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venerdì 3 febbraio 2012

Viaggio nel romanico della Borgogna con un salto a Reims e nella valle della Loira 2008


Viaggio nel romanico della Borgogna con un salto a Reims e nella valle della Loira 2008



Il regno cello Champagne
Iniziare la descrizione di un viaggio in Francia, effettuato per visitare chiese romaniche, riportando foto e commenti di una chiesa gotica, anche se una delle più belle ed importanti, sembra una svista o una provocazione. Tuttavia inizieremo proprio con una divagazione nel gotico della Cattedrale di Notre Dame di Reims, prima di entrare in argomento: il Romanico francese. Lo impongono la sofferta scelta dell’itinerario di questo viaggio e, come detto, l’importanza della chiesa. Infatti in questo luogo si ebbe nel 496 il battesimo, ad opera del Vescovo San Remigio, di Clodoveo, re dei Franchi e capostipite della dinastia dei merovingi (quella che secondo Dan Brown del “Codice da Vinci”, discendeva direttamente dall’unione di Gesù e Maria Maddalena). La chiesa inoltre è stata sede dell’incoronazione, a partire dal 987 con Ugo Capeto, di tutti i re di Francia fino a quella di Carlo X nel 1825. Non foss’altro che per questo motivo, e non è solo per questo, perché la cattedrale di Reims è splendida, una visita andava fatta. Ci riferiamo infatto ad una delle più notevoli realizzazioni del gotico maturo francese. A differenza del viaggio nel Romanico tedesco, effettuato l’anno scorso, dove abbiamo potuto visitare ben 16 chiese romaniche in una settimana, grazie all’alta concentrazione lungo le città renane, qui in Francia le chiese sono disseminate sul territorio, con distanze tra loro anche notevoli; ed organizzare un viaggio di una settimana con la visita del massimo numero di chiese della zona, è stato problematico. A complicare la scelta delle chiese da visitare c’era anche il fatto che, con l’affermazione dello stile gotico, fenomeno architettonico nato in Francia, molte chiese romaniche hanno subito “ammodernamenti” parziali o totali, in questo nuovo stile. E quindi per evitare nei limiti del possibile edifici di stile misto, sono state scartate chiese anche molto importanti che erano anche più raggiungibili. Alla fine le chiese romaniche visitate sono state cinque, oltre alla Cattedrale di Reims. Come coda e distrazione da tanta santità, e per un avvicinamento strategico all’aeroporto in vista del reimbarco, una sosta ad Orleans con escursione ad un castello lungo la Loira.
Le autostrade francesi sono perfette, spesso a tre corsie e, dove sono in fase di allargamento, i lavori fervono con cantieri a ripetizione uno dopo l’altro…. Come la Salerno-Reggio Calabria. In settimana c’è molto traffico di TIR; nel week end, molte auto, più o meno come da noi. Il nostro viaggio è coinciso con un lungo fine settimana per loro poiché il 14 luglio, festa della presa della Bastiglia, era di lunedì e il venerdì precedente vi era un intenso traffico lungo l’Autoroute du Soleil che da Parigi porta in Provenza e quindi al Mediterraneo. Le strade interne sono in ottimo stato e scorrevolissime. Percorrendole entri nel cuore della Francia della provincia con i suoi boschi, le coltivazioni, i paesini, le abbazie romaniche. Il percorso lungo queste strade è più distensivo che lungo le autostrade.
La novità di quest’anno, dal punto di vista degli spostamenti, è stato il navigatore Tom Tom XL regalatoci per l’occasione da Paola. L’arnese si è rivelato un fondamentale compagno e una guida formidabile durante tutto il percorso. Credo che, dopo il telefonino, sia la più grande invenzione dell’ultimo ventennio.
Il viaggio
8 luglio: Volo Meridiana Napoli-Parigi CDG delle ore 11,30 All’aeroporto ci aspettava una splendida Clio Diesel della Hertz che ci ha condotto diritto a Reims. Un pernottamento in questa città e,
9 luglio: nel pomeriggio, trasferimento in autostrada a Digione. La cittadina è stata scelta come punto di riferimento per escursioni, con tre pernottamenti: l’indomani a Fontenay e Vézelay; il giorno successivo a Tournus.
12 luglio: Trasferimento a Orleans con due pernottamenti per vedere un castello della Loira.
14 luglio: Partenza per Parigi CDG, riconsegna dell’auto e rientro a Napoli. Reims
L

La Cattedrale di Reims vista dal nostro albergo



a città, per quel poco che abbiamo visto, è molto carina ed ha un aspetto aristocratico. Il centro storico, dov’è il Jolly Hotel, il nostro albergo, è chiuso al traffico, ma noi passiamo per via del garage dell’albergo. Cena presso la Cattedrale e poi una lunga attesa che faccia notte per riprendere la facciata illuminata. Fa molto freddo, almeno per noi che veniamo dai 32°C. Qui, di giorno, c’erano 17°C. Finalmente alle 22,30 scattiamo la foto notturna e torniamo in albergo in una città deserta. Evidentemente i cittadini di Reims passano tutto il giorno ad imbottigliare Champagne e a sera sono stanchi.


Cattedrale di Notre Dame di Reims, di notte


La Cattedrale che ammiriamo oggi è stata costruita sul luogo di una chiesa
precedente, dove il vescovo San Remigio battezzò Clodoveo, re dei Franchi (496). Fudistrutta durante la I guerra mondiale e prontamente ricostruita.Lo schema costruttivo è quello di Chartres, cioè del Gotico maturo, il più bello edequilibrato.


Cattedrale di Notre Dame di Reims, navata


Iniziata prima del 1210 : tre navate di cui quelle laterali continuano dopo il transettodiventando deambulatorio del coro. La navata centrale è a tre piani con triforio tra le arcate e le alte finestre, queste sono a due luci con oculo centrale. In effetti il periodo del Gotico maturo, di cui fanno parte Chartres, la cattedrale di Reims, Amiens ed altre, è caratterizzato dalla rinuncia al matroneo e ripartizione dell’alzatodella navata in tre piani: le arcate, il triforio e le finestre. Finestre ed arcate hanno più o meno la stessa altezza, secondo lo stile di Chartres. La sensazione di levità è massima per l’assenza quasi totale di strutture murarie. Al livello superiore della facciata, le statue dei re di Francia.



Cattedrale di Notre Dame di Reims, vetrata di Chagal


La facciata, molto elaborata, presenta tre portali molto strombati. Il progetto iniziale prevedeva la costruzione di sette torri, ne sono state costruite due sullafacciata Ovest, molto alte e bellissime perché costituite da gruppi di colonnine altissime che danno un effetto di leggerezza e trasparenza, nello spirito del Gotico. Queste torri, secondo me, sono seconde per bellezza, solo a quelle di Laon. Sia la navata che l’abside, alti 40 metri, sono retti da doppi archi rampanti che si appoggiano a contrafforti, i quali portano colonnine con all’interno statue di angeli e sopra pinnacoli.All’interno, ai pilastri circolari sono incassate quattro colonne di cui quella rivolta verso l’interno della navata prosegue fino alle nervature della volta. I capitelli sono con temi vegetali.Le vetrate del coro sono di Marc Chagall.La Cattedrale di Reims è una delle più belle realizzazioni del Gotico francese.
Chiesa abbaziale di San Remi (1049)



San Remy, Chiesa abbaziale

La chiesa fu soggetta a varie vicende edilizie, sin dai tempi antichi. La versione romanica si può far risalire al 1005 con consacrazione da parte di Leone IX nel 1049.
Ampliamenti e modifiche successive si ebbero in stile gotico. La chiesa conserva lereliquie di San Remigio.Da un punto di vista architettonico essa è molto importante nell’ambito dell’architettura romanica francese. La facciata è a cinque piani con un bel rosone a sedici spicchi al centro e due torri simmetriche ai lati, tre ingressi di cui quello centrale strombato. La navata centrale è a quattro livelli: le arcate a tutto sesto sono rette da pilastri, con colonne appoggiate sul lato interno della navata, che continuano con semicolonne e colonnine fino a raccordarsi ai costoloni della volta ad ogiva. Le campate sono a singola arcata. Sopra le arcate una tribuna o matroneo a bifore e più in alto due ordini di finestre, più grandi quelle inferiori, piccole e tonde quelle superiori. Il transetto è a tre navate. L’abside, gotica, ha gli archi ad ogiva edun triforio tra matroneo cleristorio. Il tutto è molto luminoso per via del doppio ordine di finestre oltre che al cleristorio anche all’altezza del matroneo. Uno splendido deambulatorio con cappelle a raggiera gira intorno al coro ed all’abside. Anche le cappelle sono illuminate da ampie finestre. Esternamente, massicci contrafforti reggono le spinte della navata, mentre intorno all’abside compaiono gli archi rampanti.


Reims, Chiesa abbaziale, interno

Non c’è tempo per visitare la città perché ci attendono i circa 300 chilometri di autostrada che ci separano da Digione, dove è già prenotato l’albergo che raggiungiamo verso le 18. Si chiama City Loft, è in pieno centro ed in inverno è utilizzato prevalentemente da studenti dell’Università della Città, provenienti da tutto il mondo. Le stanze hanno anche un cucinino ed il forno a microonde per quelli che vogliono prepararsi da mangiare in camera. Anche quando stiamo noi, ragazzi di tutte le razze, prevalentemente orientali, lavorano con molto impegno ai loro pc portatili, nella sala d’ingresso dell’albergo. Ceniamo in uno dei tanti ristoranti che sono tutt’intorno alle Halles. La zona è molto frequentata, specie da giovani, ed i ristoranti sono tutti affollati.

Digione, tetti in maiolica

10 Luglio
Giornata importante per il nostro viaggio, infatti visitiamo in successione l’abbazia di Fontenay e poi la chiesa di Vèzelay, per chilometri 70 + 60 e ritorno, tutto di strade interne. Lo stato delle strade interne della Francia era un’incognita del viaggio ed invece il percorso è risultato molto distensivo per l’ottimo stato di queste strade e per lo scarso traffico. E’ stato così possibile godersi la campagna ed i piccoli centri della Borgogna. Campi coltivati si alternano a macchia di leopardo con boschi. Ma nessun filare di viti!




Abbazia di Fontenay (1118)

Abbazia di Fontenay (1118)
L’abbazia è stata fondata da San Bernardo di Chiaravalle nel 1118. Oggi è proprietà privata della famiglia Aynard che l’ha completamente restaurata demolendo una cartiera che era stata costruita utilizzando parte degli ambienti del complesso.


Complesso di Fontenay, attrezzo per la battitura del ferro
Oltre alla chiesa, in perfetto stile romanico, si possono visitare: il dormitorio, postosopra la sala capitolare, in prosecuzione del transetto sud, il chiostro, altri ambienti per i monaci, la foresteria, la panetteria, la piccionaia e il canile e più lontano laforgia per il lavoro del ferro. Il dormitorio comune ha una splendida copertura in legno a capriate ricurvo che da l’idea di una barca capovolta. La forgia ha tanto dimaglio azionato da una ruota fatta ruotare dalla deviazione di un corso d’acqua. Laminiera da cui estraevano il ferro era poco più a nord. Non ho visto però l’altoforno. Peccato, mi avrebbe interessato sapere quale tecnologia usassero nel medioevo per la riduzione del minerale di ferro a ferro metallico. C’è anche una vasca con bellissime trote. Pare che un tempo i monaci fossero fornitori di trote dei duchi Borgogna. Al centro del complesso abbaziale si trova un gigantesco platano del 1780

Complesso di Fontenay, platano secolare

Chiesa dell’abbazia di Fontenay (1139-1147)
Secondo le rigorose regole dell’ordine cistercense, la chiesa è essenziale, senza sovrastrutture inutili. La facciata è semplice. La pianta della chiesa è latina. E’ a tre navate anche se alcuni studiosi considerano quelle laterali quali cappelle intercomunicanti con copertura a botte trasversale. Questa soluzione, che si ritrova in altre chiese del sud della Francia, consente il contenimento delle spinte laterali della volta della navata centrale, peraltro molto larga. La navata centrale è con voltaa botte ma leggermente ogivale. E’ a campate marcate da costoloni piatti, una per ogni colonna con capitelli semplici. Sopra le arcate, ad ogiva anch’esse, c’è semplice muro, quindi né tribuna o matroneo, né cleristorio. L’illuminazione è garantita dalle finestre delle estremità est ed ovest. La penombra nella quale la navata è immersa invita alla meditazione e alla preghiera.



Chiesa di Fontenay, interno
Questo tipo di chiesa è detta a sala ed è molto comune nel sud-ovest della Francia. Fontenay è la più a nord.
Ci dirigiamo verso Vézelay, un piccolo borgo posto su un’altura, in cima al quale si trova la chiesa. La strada in salita che porta alla chiesa è piena di negozi di souvenirs. C’è anche un venditore ambulante di ciliege nere che sembrano buonissime. Sono cesti da un chilo, troppo per noi, rinunciamo. Le chiamano cèrase, come a Napoli: sarà un francesismo importato durante una delle dominazioni dei nostri cugini. La chiesa di Santa Maria Maddalena affaccia su una piccola piazza.

Basilica di Santa Maria Maddalena a Vèzelay (1104-1160-1190)



Basilica di Santa Maria Maddalena a Vèzelay
 La chiesa ha una lunga storia e le date riportate si riferiscono: la prima alladedicazione del coro romanico, voluto dal vescovo Arnaud che fu ucciso dai concittadini perché la costruzione della chiesa era costata troppo; la seconda data si riferisce alla costruzione del nartece, gotico; la terza alla costruzione di coro e transetto,anch’assi in stile gotico. La dedica a Maria Maddalena è stata voluta perché nell’882 furono traslate da altra chiesa le presunte reliquie della Santa. La bella chiesa nacque grazie a questa presenza e fu meta di notevoli pellegrinaggi. E lacostruzione del nartece rispondeva alle aumentate esigenze di ospitalità della chiesa.Nel 1146 San Bernardo di Chiaravalle pronunciò qui l’omelia per il lancio della seconda crociata. Nel 1190 Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto si incontrarono per la terza crociata. Il declino della basilica comincia quando il vero corpo della Santa viene ritrovato in altra chiesa da San Maximin(1279).A me pareva strano che nell’882 già circolassero reliquie provenienti dalla Terra Santa. La spoliazione di reliquie dalla Terra Santa infatti dilagò in modo vistoso dopola prima Crociata, quando fiorì un vero commercio di reliquie e materiale provenienteda quelle terre. In effetti, per quanto riguarda Santa Maria Maddalena, latradizione cristiana dice che pie donne al seguito della Santa giunsero in Provenza per sfuggire alle prime persecuzioni a Gerusalemme e questo spiegherebbe la presenza, fuori dalla Palestina, delle reliquie della Santa già in quell’epoca. La facciata esterna attuale è stata restaurata da Voillet-le-Duc (1814-1879), il grande architetto francese che studiò a fondo l’architettura del passato ed in particolare il Gotico.


Basilica di Santa Maria Maddalena a Vèvelay, interno

La navata è originale romanica mentre, come detto, sia il nartece sia la crociera con il transetto e l’abside sono gotici.In origine le spinte laterali della splendida navata erano compensate con tiranti di acciaio che attraversavano la navata, come si osserva spesso, anche nella Cattedraledi Spira. Successivamente sono stati aggiunti, all’esterno, dei contrafforti con archi rampanti, secondo l’uso dell’epoca.La navata centrale è essenziale: pilastri fasciati con semicolonne sia all’interno
dell’arco che lungo la parete fino a congiungersi con l’arco trasversale della campata,
a tutto sesto. Questo è a due colori e ne costituisce la caratteristica. La volta è a crociera poco accentuata.



Basilica di Santa Maria Maddalena a Vèzelay, abside

Il nartece porta una tribuna. L’abside e il transetto, gotici con deambulatorio, sonocon tribuna e sono molto luminosi.La struttura della chiesa e delle sue sculture è ricca di significati simbolici.Chi entra in questa chiesa compie un percorso dal buio del nartece e, passando per lanavata, poco luminosa, raggiunge il coro gotico, pieno di luce, con grandi finestre e costruito con pietre più chiare.

Basilica di Samta Maria Maddalena a Vèzelay, capitello

Una particolarità di questa basilica è costituita dai capitelli della navata centrale:sono tutti diversi tra loro e da ogni lato; ognuno racconta una storia diversa, secondo la tradizione della complessa e rigorosa simbologia dell’architettura, della scultura e della pittura romanici. Ma il simbolismo della chiesa non si esaurisce nelle sculture dei capitelli. Le stessedimensioni e proporzioni della chiesa rispondono a particolari criteri: le finestre del lato sud nel giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, a mezzogiorno, illuminano con nove macchie di luce l’asse centrale del pavimento della navata. Al solstizio d’inverno,il 21 dicembre, le macchie di luce illuminano i capitelli superiori del lato nord. E così anche per altre ricorrenze astronomiche, come a sottolineare il carattere cosmico della bella chiesa. Dal 1870 custodisce reliquie della Santa a cui è dedicata.




Basilica di Santa Maria Maddalena a Vèzelay, portale

Torniamo a Digione via autostrada A6, stanchissimi. Un riposino e cena allo stesso ristorante del giorno precedente.



Digione, piazza




Digione, Cattedrale, facciata


11 Luglio
Il programma iniziale era ambizioso, d’altronde a sud di Digione, in percorso quasi tutto autostradale, si trovano, in fila: Chalon-sur-Saone, Tournus, Paray-le-Monial e, perché no, Cluny, a breve distanza. Una bella fetta delle chiese romaniche della Borgogna, tutte integre nello stile iniziale, perché qua giù la mania del Gotico non è arrivata, così come in tutto il sud-ovest della Francia. Per quanto riguarda Cluny il discorso è soprattutto affettivo perché questo luogo, con il movimento cluniacense, nel medioevo è stato un centro propulsore religioso e politico di enorme influenza. Basti pensare che la chiesa dell’abbazia, nel periodo di massimo splendore, è stata la più grande in assoluto. Poi, la decadenza e l’abbandono. Dell’architettura originaria resta la torre della crociera. Paray-le-Monial, oltre ad essere una bellissima chiesa romanica allo stato puro, riprende l’architettura di Cluny. Insomma, per farla breve, abbiamo visitato soltanto Tournus. E qui abbiamo convenuto che scegliere Digione come punto di convergenza, dove tornare ogni sera, è stato un errore. Abbiamo dovuto raddoppiare il numero di chilometri per ogni chiesa visitata, per l’andata e il ritorno. Era il caso, visto che anche i piccoli centri offrono ospitalità, magari non a quattro o cinque stelle, ma comunque dignitosa, era il caso, dicevo di fermarsi a fine giornata nel punto di arrivo e proseguire il giorno successivo. Ma è andata così. E’ venerdì e sull’autostrada, ancora l’Autoroute du soleil, c’è un gran traffico, anche camionale, e molti si riversano verso il mare della Costa azzurra. Per giunta il Tom Tom si blocca, resta acceso mostrando solo delle strisce nere. Non troviamo nessun sistema di resettaggio e ci rassegniamo ad aspettare che la batteria interna si esaurisca, sperando che poi riprenda funzionare. Forse l’ha mandato in tilt una scheda magnetizzata per il pedaggio dell’autostrada. Intanto ora, abituati alla rasserenante voce della signorina che ci indica la strada, ci sentiamo persi.
Chiesa abbaziale di San Filiberto a Tournus (960-981, 1019 riconsacrata dopo un incendio e 1020 nuova consacrazione dopo altri lavori).


Chiesa abbaziale di San Filiberto a Tournus, interno

Le date riportate dicono che la chiesa è molto antica e infatti ha una strutturaarchitettonica molto particolare. Innanzitutto ha un nartece a due piani le cui grandi dimensioni rispetto alla navata si notano bene dalle foto laterali. Ha due torri quadrate abbastanza simili, una sulla facciata, al lato nord, e l’altra sulla crociera. La facciata è semplice, in pietre di piccole dimensioni, tipo mattoncini. Unici decori sonodelle discrete lesene collegate da archetti . Il nartece al piano terra è alquanto basso, a pilastri rotondi e con volte a crociera. Ma la peculiarità della chiesa è nella navata centrale, ad alti pilastri rotondi, divisa in campate molto evidenti con volte a botte messe di traverso rispetto alla lunghezza della navata. Questa disposizione della volta riduce drasticamente il problema delle spinte laterali, infatti le paretilaterali all’esterno non presentano gli antiestetici contrafforti. Questa copertura hasostituito quella in legno. Sopra i pilastri, colonne sporgenti solo per un quarto che un tempo giungevano all’attacco del soffitto in legno. Anche le navate laterali sonomolto alte e conferiscono alla chiesa una pseudo-struttura a sala, anche se vi è uncleristorio che illumina la navata centrale. Il transetto e il coro sono molto più bassi e la crociera sembra infossata. Un deambulatorio gira intorno all’abside, semicircolare, con tre cappelle radiali. Il deambulatorio ha un pavimento a mosaico con medaglioni del XII secolo di ottima fattura che rappresentano i segni dello zodiaco.


San Filiberto a Tournus, mosaici

A guardar bene, un po’ di gotico è arrivato anche in questa chiesa, a giudicare dallevetrate di alcune cappelle sul lato nord, aggiunte in un secondo momento. In una delle cappelle gotiche vi è la madonna di Notre Dame la Brune del XII secolo, molto venerata all’epoca.La chiesa custodisce, nella cappella assiale alla navata, le reliquie del Santo a cui èdedicata.
Torniamo a Digione abbastanza presto, senza l’aiuto del navigatore e utilizziamo il pomeriggio a girovagare per la Città. Passiamo davanti alla cattedrale di Notre Dame, capolavoro del gotico concorrente a Cartres, di dimensioni ed altezza più modeste e con muri più spessi che riducono l’esigenza di archi rampanti. La facciata con un atrio che precede l’ingresso, porta una serie di archetti retti da colonnine di ispirazione italiana, tipo cattedrale di Pisa, molto particolare. Facciamo alcuni acquisti. Andiamo in un negozietto che vende pelletteria di marca. E qui conosciamo l’uomo più pignolo del mondo. La cura e la meticolosità con cui prepara i pacchetti-regalo sono da guinnes, anche se i risultati non sono all’altezza. In sostanza passiamo gran parte del pomeriggio nel suo negozietto, per tre regalini. Cena in un ristorante vicino all’albergo, più raffinato di quelli precedenti, ma i prezzi sono comunque abbordabili.
12 luglio
Lasciamo Digione e, entrando in macchina, il primo pensiero è per il Tom Tom. La batteria si è scaricata e il monitor è spento; lo colleghiamo all’alimentatore e, miracolo, riprende a funzionare. Lo programmiamo per San Benoit-sur-Loire, che si trova quasi sul percorso per Orleans, dov’è prenotato l’albergo per le ultime due notti. La scelta della chiesa è felice non solo perché essa è ubicata praticamente sul nostro percorso, ma anche perché in Romanico quasi intatto. Inoltre, come vedremo, ha una notevole importanza religiosa. Abbiamo rinunciato a Nevers, stupenda e alla quale tenevo in modo particolare ma è completamente fuori percorso. Rinunciamo ad Autun con il famosissimo, magnifico portale fortemente strombato e istoriato. Rinunciamo ad Auxerre, importante cattedrale del gotico alternativo a Chartres. Diciamo che il puro Romanico borgognone è ben rappresentato dalle chiese viste ed in quelle non viste che ho elencato prima ed ora. E poi volevo dedicare l’ultimo giorno di permanenza a qualcosa di diverso dalle chiese romaniche, di cui, alla docile metà, ho fatto fare un’abbuffata negli ultimi due anni. Il programma infatti prevede, per il giorno successivo, la visita ad un castello sulla Loira, prima della partenza. E Orleans era un luogo strategico sia per questo genere di escursione che per la vicinanza a Parigi, punto di imbarco per il rientro.

Abbazia di Fleury: chiesa di San Benoit-sur-Loire (1020-1072)




San Benoit sur Loire a Fleury


La chiesa custodisce i resti mortali di san Benedetto da Norcia (480-547) e quelli di Filippo I (+1108).I resti di San Benedetto furono recuperati a Montecassino, nel 672, dai monaci benedettini di Orleans che nel 630 avevano fondato un monastero a Fleury. L’abbazia di Montecassino era stata distrutta dai Longobardi ed i monaci di Fleury, che seguivano la sua regola, trasportarono i resti del Santo presso il loro monastero. L’abbazia diventa un importante centro culturale e si arricchisce di un’importante biblioteca e del suo scriptorium. Nel 1020 l’abate Gauzlin fece costruire la torre-vestibolo quadrata, di proporzioni gigantesche.La cripta, l’abside ed il coro furono consacrati nel 1108, permettendo l’inumazione del re Filippo I°. La navata, con arcature gotiche, è completata verso il 1218.Oltre alla torre-vestibolo, una torre quadrata è sulla crociera ed è cieca.L’interno della torre-vestibolo ha quattro pilastri con semicolonne che dividono lo spazio in nove aree uguali. I capitelli sono tutti istoriati con scene bibliche o a simbologia religiosa.



Saint Benoit Sur Loire a Fleury, intarno



Saint Benoit sur Loire, deambulatorio

La navata ha pilastri con colonne incassate, quelle rivolte verso la navata salgono fino a raccordarsi ai costoloni della volta, realizzata successivamente in stile gotico. Le arcate sono ad ogiva. Anche i capitelli della navata sono istoriati. Le navate laterali, con campate a tutto sesto ben evidenziate, continuano oltre il transetto delineando un magnifico deambulatorio intorno al coro con cappelle.
La cripta ha, al centro, un grande pilastro dove sono custodite le spoglie del Santo.
Proseguiamo per Orleans e cerchiamo, dal foglio di prenotazione dell’albergo, le indicazioni da inserire sul navigatore. Il luogo risulta sconosciuto. Girovaghiamo per la città finché un signore, al quale chiediamo indicazioni, si offre di condurci sul posto. In effetti è un resort fuori città: “Domaine des Portes de Sologne”, con molti servizi, compreso un campo di golf a 18 buche, molto frequentato in questo week end. Oltre all’albergo, ci sono cottages, campi di tennis, piscine, centro benessere e varie. Per non perdere l’albergo, quando all’indomani andremo in giro, programmiamo il posto sul Tom Tom, come punto preferito e l’indomani il navigatore ci riporterà docilmente alla dimora.
Cena in albergo, con vista sul campo di golf con laghetto e trote.
13 luglio
Una piantina della valle della Loira indica tutti i castelli della zona e, curiosità, ben 21 campi di golf. Incontreremo sul nostro percorso anche una centrale nucleare che fa bella mostra di sé sullo sfondo tra un castello e l’altro. Tra i numerosi castelli scegliamo di visitare quello di Chambord. E’ un castello rinascimentale con annesso un parco visitabile di 1000 ettari, più grande della città di Parigi, con ogni sorta di alberi ed animali. Il parco è visitabile in Land Rover, in visita guidata. Per piccole escursioni ci sono auto elettriche scoperte. Noi ci limitiamo a visitare il castello.
Il castello di Chambord



Castello di Chambord

Fu voluto e costruito da Francesco I (1494-1547) e, con la sua costruzione, si introdusse in Francia lo stile rinascimentale. Pare che il progetto sia addirittura di Leonardo, ma non è certo. La struttura, di grandi dimensioni, in pianta, è costituita da un quadrato con agli angoli quattro enormi costruzioni cilindriche. All’interno, una struttura centraleripete in parte la forma. Al centro di questa struttura, due corridoi disposti a croce,collegano gli ambienti e distribuiscono immancabilmente il vento da qualunque direzione spiri. Al centro del centro, la famosa scala a doppia elica, anche questa attribuita a Leonardo, che porta fin sul terrazzo. Sono in sostanza due scale, che girano intorno alla tromba costituita da uno spazio cilindrico del diametro di circa due metri, sfalsate di 180°. Chi sale per l’una non incontra chi sale per l’altra, ma lo vede attraverso le aperture distribuite lungo la tromba delle scale.



Castello di Chambord, scalinata

A me sembra che per un’idea del genere, abbastanza banale, non sia il caso di invocare il genio leonardesco, ma qui, in Francia, hanno una venerazione per il Nostro.Adorano tutto ciò che ha fatto e i luoghi per i quali è passato, mentre noi lo snobbiamo, infatti abbiamo distribuito qua e là le sue opere. Altra caratteristica di questo castello è la mania dell’illustre committente per la salamandra: ce ne sono raffigurate oltre 200. Manie da re.In verità la parte più bella dell’immenso edificio è il tetto con una selva di strutture costruite senza ordine apparente.


Castello di Chambord, salamandra



Il castello fu edificato quale residenza di caccia e … per l’amante. Ma era scomodo perché, con gli alti soffitti delle sue stanze e con la ventilazione che ho detto, era freddo, nonostante i 300 e passa camini. E’ senza arredi interni e pare che, quando il re vi ci si recava, con circa 1000 persone al seguito, si portasse anche i mobili. Inoltre, la mancanza ancora oggi di un paese nelle vicinanze, pare che ponesse seri problemi di vettovagliamento. Insomma, fu frequentato pochissimo.
Cena a Sologne con la solita vista del tramonto sul lago del campo di golf.

14 luglio
Partenza per Parigi CDG. E, dirò, se non avessimo avuto il navigatore, avremmo avuto seri problemi a raggiungere il terminal 2 e la Hertz per la restituzione dell’auto. L’aeroporto infatti è mal segnalato sugli svincoli di accesso e, nonostante la signorina del Tom Tom, abbiamo sbagliato più volte. E quando ho visto, in lontananza, la tour Eiffel ho temuto di perdere l’aereo e mi consolavo solo pensando che ci saremmo goduti i fuochi della festa parigina. Una cosa strana dello CDG è che per passare da un terminal all’altro, devi uscire dall’aerostazione ed affrontare traffico cittadino e semafori. Forse questo è dovuto al crollo, avvenuto qualche anno fa, di una parte del serpentone di collegamento dei vari terminal. Comunque c’è il trenino.
Il viaggio nel Romanico francese è andato come previsto. Abbiamo visitato chiese importanti sia dal punto di vista della storia dell’architettura romanica che da quello religioso, per la presenza di reliquie di santi che hanno fatto la storia della Chiesa. L’invenzione, tutta francese, dello stile gotico, esplosa mentre altrove si costruiva ancora in stile romanico, ha contaminato quasi tutte le chiese francesi, comprese in parte quelle da noi visitate. Così non ci siamo potuti risparmiare un’abside gotica nella splendida chiesa romanica di Vèzelay o un soffitto gotico a San Benoit sur Loire, e via discorrendo. Il Romanico incontaminato, per quanto ne so, in Francia si trova nel sud-ovest. Ma non ci è dispiaciuto affatto visitare, e per prima, la splendida cattedrale di Reims, capolavoro assoluto del Gotico maturo. E dire che sull’invenzione del Gotico hanno tirato in ballo anche i Templari. Secondo quanto letto su un sito in rete, questi, ritornati dalla I Crociata in Terra santa, avrebbero portato in Europa le conoscenze matematiche che hanno consentito queste realizzazioni. Poveri Templari, attribuiscono loro tante cose … Però è cosa certa che lo stile gotico esplose in pochi anni e raggiunse la maturità in un cinquantennio. La successione delle costruzioni è stata così rapida che gli architetti dell’epoca non hanno potuto avere il tempo di valutare i risultati delle soluzioni sperimentate nella costruzione precedente e già era in corso la edificazione di una nuova chiesa ancora più ardita. Così, in quanto a sviluppo verticale, si passò in qualche decennio dai 38 metri della navata di Chartres ai 40 di Reims, ai 42 di Beauvais che però crollò. Fu completata ugualmente ma cessò la corsa allo sviluppo verticale, si capì che era stato raggiunto il limite. Le chiese romaniche francesi, perlomeno quelle da noi visitate, sono meno mastodontiche di quelle renane tedesche che con le loro numerose torri sono davvero impressionanti. Però hanno ognuna una propria identità. Torri poche o niente. All’interno, a reggere le arcate, colonne o al massimo pilastri circolari e comunque, sempre, capitelli istoriati con forti significati simbolici. Si ha insomma la sensazione di una maggiore spiritualità rispetto alle contemporanee renane.




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