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venerdì 3 febbraio 2012

Crociera sul Nilo e visita al Cairo

Crociera sul Nilo e visita al Cairo
lunedì 1 dicembre 2008, 19.45.45 | occhidoro
Cronaca semiseria di una vacanza nella terra dei faraoni



Veduta del Nilo, da disegno di Nicola



Questa è la cronaca, in versione semiseria, di una magnifica vacanza in Egitto ed è stato il mio primo tentativo di fissare sul pc le impressioni, non solo fotografiche, ricavate da un viaggio che ha regalato emozioni molto profonde. E’ stata anche l’occasione per far conoscenza con altre cinque coppie provenienti da varie parti, con molte delle quali siamo rimasti amicissimi ed abbiamo vissuto altre splendide esperienze.
Questo tentativo, dell’ormai lontano 2001, è diventato una regola alla quale, da allora, mi sono sempre regolarmente attenuto, fissando, non solo con l’obiettivo, i ricordi e le impressioni ricevute dai nostri viaggi.
E’ una regola d’oro che tutti i "viaggiatori "dovrebbero sperimentare, perché l’esigenza di spiegare, a se stessi, ricordi ed impressioni di un viaggio, stimola innanzitutto a programmare al meglio il viaggio successivo, ma anche a metter ordine nelle cose viste, con approfondimenti e ricerche.
Antefatto
La loquace Rosalba, nota collezionista di preziosi, molto conosciuta nel mondo dei pataccari, consultando un antico codice vinilico dei lontani anni ’70 (LP), ormai introvabile, dei famosi ricercatori Pink e Floyd , intitolato “The dark side of the moon”, scopre che in un lontano passato un masso staccatosi dalla parte nascosta della luna precipitò sulla terra descrivendo una iridescente meteora. Il dottor Pink riferisce di aver trovato un frammento di tale meteora in un luogo non precisato. All’interno del meteorite egli ritrovò un minerale di insolita lucentezza e dai colori cangianti. Addirittura la pietra, opportunamente lavorata a rosetta, avrebbe la insolita proprietà di assumere tutte le colorazioni dell’iride nell’arco della giornata, aseconda della luce incidente. Il Floyd, appassionato fotografo, riporta anche un’immagine della stessa, dalla quale appare evidente la proprietà della pietra di assumere tutte le colorazioni dell’iride (vedi foto).


Copertina disco Pink Floyd



Il viaggio
Eccitata da simili rivelazioni, Rosalba convince il suo compagno Nicola il contrattatore ad intraprendere, sulla base delle indiscrezioni raccolte al mercatino di Milazzo, un viaggio sul Nilo, alla ricerca di un favoleggiato esemplare da 100 carati di tale pietra che sarebbe appartenuto ad un faraone di epoca alessandrina e che sarebbe nascosto da qualche parte in quella terra custode di tanti misteri.
Puntano decisamente verso Luxor, cuore di misteri e di ritrovamenti. Superano con qualche timore le avversità delle forze avverse manifestatesi subito nell’incerto atterraggio del traballante Tupoleff sul quale viaggiano. All’arrivo scoprono che altri ricercatori si sono recati sul posto alla ricerca dello stesso minerale.
Invero, come si saprà più tardi, non tutti sono attratti dalle proprietà estetiche della pietra; infatti essendo tutti in età non più adolescenziale, sono spinti dall’esigenza meno nobile di sostituire l’ormai innocuo Viagra e ricercano tale pietra cui sono attribuite anche potenti proprietà afrodisiache.
Sulla nave, che li ospiterà per quattro giorni, si ritrovano così, ignari di essere accomunati da uno stesso destino:
Nicola il contrattatore e la loquace Rosalba, da Milazzo;
Sabino il dietato e Marisa la cerulea, da Pozzuoli, scienziati di antica fama che vaglieranno con spietato criterio scientifico tutte le offerte che gli azzeccosi egiziani presenteranno lungo il loro viaggio;
Mario il saggio e la dolce Daniela,da Savona, da lungo tempo alla disperata ricerca del monile già sugli stessi luoghi calpestati dai portantini dei faraoni;
Luciano e Antonella, i bellissimi di rete Quattro, provenienti addirittura dalla Gran Bretagna, dove hanno consultato a lungo gli antichi papiri conservati presso il British Museum (ve ne sono?);
Antonio il collezionista e Luisa la chioccia, da Caserta;
Enzo l’ingegnere e Marilena, la memoria del gruppo, da Salerno.
Allo scalo di Luxor si offre, come accompagnatore dell’improvvisato gruppo, tale Mohammed I, sedicente archeologo ed esperto in diuriti varie.
L’imbarco
Dopo la sistemazione nelle cabine assegnate della bella nave Pyramisa II inizia la ricerca.
La valle dei re



Statue sonore lungo il percorso verso la valle dei Templi


I nostri amici, guidati dall’accorto Mohammed I, visitano la valle dei re, luogo incantato dall’aspetto lunare per i continui ripetuti scavi effettuati nei millenni, di cui si notano dappertutto i resti, rigirati più volte. Lungo il percorso che li condurrà in quei luoghi scorgono gruppi di case variopinte, che risaltano in modo caratteristico sulle pendici desolate del deserto: sono le case dei tombaroli che nessuno riesce a cacciare.


Case di tombaroli in prossimità della valle dei Templi



Visitano le tombe di:
Ramses III realizzata con una deviazione del percorso per scansare un’altra tomba. Il sarcofago in granito rosa è al Louvre,; Mereptah , quello la cui mummia è insolitamente salata per il tentato attraversamento del mar Rosso all’inseguimento di Mosè, dal lungo percorso a metà del quale si trova la parte inferiore del sarcofago in granito, sfondata in corrispondenza della testa, mentre il coperchio è al suo posto nella cella mortuaria. I ladri hanno tentato di portar via tutto, ma a metà percorso hanno rinunciato, preferendo sfondare il sarcofago e trafugare il contenuto. Si ammirano le incisioni di geroglifici su tutta la superficie del sarcofago ed, all’interno del coperchio la sagoma in bassorilievo del corpo del defunto; Ramsete VI con il sarcofago incassato nel suolo e, sulla volta, con il magnifico affresco della dea Nut che ogni sera inghiotte il disco solare per rigenerarlo al mattino successivo, aiutata dallo scarabeo(?).
Tempio di Hatshepsut


Tempio di Hatshepsut



Mentre la calura aumenta inesorabilmente fino a 45°, visitano il tempio della regina Hatshepsut, prima regina degli egizi, spacciatasi di origine divina, come spesso avverrà nel corso delle dinastie, compresa quella tolemaica, per farsi accettare come sovrana. Malore da calura per Luisa e Marilena.
La valle delle regine
Visita alla valle delle regine, affrontata dai più temerari, crolla Marisa. Resiste solo Antonella, protetta efficacemente da un civettuolo azzurro copricapo coloniale. Molto carino. Si visitano le tombe della:
Regina Titi, i cui affreschi sono malmessi e protetti da lastre di plexiglass;
Amon-der Khopershef, figlio di Ramses II, ricca di affreschi bellissimi dai colori molto vivi ed intatti.


Valle dei Templi, lavoratori all'opera



Ragazzi egiziani

Gli arabi si fanno fotografare volentieri, anche i bambini… per mille lire. Addirittura fingono qua e la di svolgere un’antica attività di sagomatori di pietre e di scavatori, di essere nomadi del deserto con i loro cammelli, od altro, per essere più fotogenici, sempre per mille lire.


Lavoratore egiziano
Primi acquisti
Si acquistano subito, dai primi azzeccosi ambulanti, riproduzioni in basalto(?) e soprattutto in gesso di faraoni ed idoli. Successivamente si visita una fabbrica (?), con tanto di show all’ingresso, di oggetti in alabastro.
Acquisti a tutto spiano.
Tempi di Luxor e Karnak



Tempio di Luxor

All’imbrunire, visita al tempio di Luxor, dedicato a Mut che, con l’illuminazione artificiale, assume colorazioni giallo sodio ed effetti chiaroscurali bellissimi. La struttura dei templi egizi , a parte piccole variazioni, è rimasta inalterata per millenni. Esso è costituito da tre settori: il primo cortile, genere molto ampio, al quale si accede dall’ingresso. Esso è aperto al popolo; un secondo ambiente a colonnato coperto, riservato ai nobili; in fondo il sancta sanctorum, accessibile solo ai grandi sacerdoti, e contenente la statua del dio che, nelle ricorrenze, veniva portato in giro. Davanti al muro di ingresso le statue dei faraoni (a Luxor Ramsete II). Davanti alle due statue fiancheggianti l’ingresso si trovavano due obelischi. A Luxor uno è al suo posto, l’altro è stato regalato a Luigi Filippo (Place de la Concorde) da Muhammad Alì in cambio di un orologio barocco, che troveremo al Cairo alla Cittadella, e che non ha mai funzionato. Il secondo cortile, di norma, è fitto di colonne perché gli egizi non conoscevano l’arco a volta e per coprire grandi ambienti ricorrevano a selve di colonne collegate da architravi su cui ponevano le lastre di copertura. Le colonne potevano essere col fusto liscio e con il capitello a loto aperto e chiuso o col fusto scanalato a simboleggiare il papiro e sempre con il capitello aperto o chiuso. Erano gradite le offerte.


Obelisco con fiori di loto

All’indomani, visita al tempio di Karnak, dedicato ad Amon-Ra. Impressiona la grande sala delle colonne (134), a sostegno del soffitto. Antonio e Marisa girano sette volte attorno allo scarabeo portafortuna.


Croce del Nilo



La prima pietra alessandrina
All’improvviso Rosalba si presenta a tavola con uno splendido anello, sostenendo di aver trovato, anticipando tutti, la preziosa pietra. Gli occhi avidi di tutti i commensali sono puntati sulla gioia alla ricerca dei molteplici riflessi: E’ una mezza patacca! Solo due colori nelle 24 ore. E’ l’alessandrina umilis bicolor, comunissima in tutto il mondo arabo e in vendita, a prezzi stracciati, come vedremo, in tutti i bazar.
Vi cade anche Luisa, ingannata dall’astuto Gabriele, contro il quale il povero Mohammed I non si stanca di metterci in guardia, inutilmente.
Il bazar di Luxor


Bazar di Luxor
La serata da dimenticare è quella dello shopping per le strade di Luxor: gli azzeccosi commercianti, gli improvvisati accompagnatori, la ciclica mancanza di luce, i bambini che chiedono caramelle, i grandi le penne, conferiscono ai luoghi un aspetto allucinante e spaventano tutti, anche il saggio e vissuto Mario. In quelle condizioni non è possibile avvicinarsi alle vetrine ed ai banchi di vendita, perciò la ricerca della pietra a Luxor fallisce. In qualche modo si riesce a recuperare l’accogliente nave.
Navigazione, Edfu e tempio di Horus
Inizia la navigazione e si punta su Edfu, dove si visita il tempio di Horus, intatto, a parte i visi sfigurati dai cristiani. Sorprendono i colori originali dei capitelli. I colori erano ricavati da terre, però ancora oggi non si conosce la composizione del legante, sicuramente vegetale, che ha resistito per millenni.



Capitello



Selva di capitelli


Ognuno dei nostri amici si mostra interessato ad un aspetto: tutti sono attratti dai cartigli e dalle rappresentazioni delle varie divinità; Marilena, memoria del gruppo, salva la reputazione di tutti mostrando molta competenza di fronte a Mohammed che ci interroga, riconoscendo dei e faraoni dai copricapi dell’alto o basso Egitto e quello della riunificazione. I bellissimi di rete Quattro si aggirano sornioni, i loro indizi, come vedremo, li portano altrove. Lo smilzo Sabino, poco attento alle dotte spiegazioni di Mohammed I, non si stanca di fotografare tutto. Rosalba discorre. Mario confabula con la dolce Daniela, somministrandole abbondanti dosi delle sue conoscenze e della sua saggezza, coinvolgendo pian piano tutta la compagnia di cui diventerà riconosciuto ed insostituibile leader.
La diga
Al pomeriggio, passaggio della diga. Oltre 5 ore di attesa per un dislivello di circa 8 metri. Molto interessante. Si passa dopo cena alle 22 circa. Intanto sulla nave l’avido e sinistro Gabriele propina a tutti cartigli, amuleti ed altri preziosi.
Kom Ombo 
Com Ombo
Il Nilo verso Assuan
Imbarcazioni sul Nilo
Si visita Kom Ombo ed il doppio tempiodi Sobek, dio coccodrillo, e Haroeris, una delle manifestazioni solari di Horus, mentre si scatena una tempesta di sabbia, di sera, che amplifica il fascino dei luoghi. I templi sono di epoca tolemaica e risentono vistosamente dello stile greco: non più bassorilievi stilizzati, ma altorilievi che ricordano la statuaria greca, con accenno alle fattezze fisiche, glutei e muscoli. Personalmente preferisco lo stile precedente.

Riflessioni molto personali sull’arte
L’arte è rappresentazione simbolica di personaggi ed eventi. Per lo scopo non sempre è strettamente necessario indugiare nell’imitazione forzata della realtà, allaricerca della verosimiglianza. Bruno Zevi amava in modo particolare l’arte senese del ‘200-‘300 perché si esprimeva con rappresentazioni allegoriche stilizzate, il cui messaggio, per tale motivo, riesce comprensibile a tutti e sfugge agli inevitabili limiti spaziali e temporali. (Lo stesso si incontra nell’arte egizia il cui stile è rimasto immutato per millenni). La prima rottura avviene in Michelangelo pittore col quale la figura umana prende il sopravvento rispetto alla rappresentazione degli eventi, con la sovrabbondante esposizione di nudi muscolosi, prevalentemente maschili, (pare dal maestro preferiti), mentre Raffaello indugiava ancora nella simbologia esteticaanche del bello (le varie madonne). Con Caravaggio è l’evento nel momento della massima tensione drammatica l’elemento centrale della scena, sottolineato mirabilmente da intensi spot di luci su sfondo scuro. In questo caso risulta fondamentale e molto efficace la rappresentazione dei personaggi al massimo della tensione emotiva e fisica. Anche l’arte impressionista è una rappresentazione della realtà, in genere paesaggistica, resa con le impressioni luministiche e coloristicheche l’artista percepisce a contatto con la natura. E’ l’arte che ha la presa più immediata perché comprensibile a tutti. Quando l’arte si interiorizza e vuole rappresentare gli stati d’animo dell’artista, (l’arte contemporanea), perde il carattere universale, oggettivo, di rappresentazione di qualcosa che tutti possono comprendere, e muore. Quest’arte ha bisogno dell’interprete, il critico d’arte, per essere veicolata, spesso un impostore e complice dell’artista, che si incarica di dare un significato a quattro macchie (nella migliora della ipotesi) buttate su una tela. E’ una schifezza incomprensibile.

Propaganda
In questi luoghi, illuminati da un aneddoto raccontato dalla nostra instancabile guida, si conosce la vera motivazione della costruzione di templi così spettacolari: è il dio danaro, non personificato dall’iconografia egizia, ma che sottende a tutta l’idolatria dell’epoca. I sacerdoti si fanno la concorrenza in quanto a vaticini, carpendo la credulità dei nostri antenati (vi riuscirebbero benissimo anche oggi) che dispensano le loro offerte. Bassorilievi di ferri chirurgici. I nostri medici gongolano, Sabino fotografa, Rosalba discorre.


Serata in costume
Una piacevole occasione per alimentare il povero Mohammed II che solo in questa circostanza riesce a rifilare a tutti i convenuti vestiti tipici del luogo, compresi i copricapo.


Riflessioni filosofiche sull’essere e sull’apparire
I detti popolari sono contraddittori: “l’abito non fa il monaco”, ma anche “viestciccone che pare barone”.Il problema è antico quanto la storia del pensiero. I filosofi presocraticisostenevano che non era affatto importante indagare sulla sostanza dell’essere (Nus) quanto sul suo manifestarsi attraverso il processo dinamico di separazionedegli elementi dal caos primordiale. Tale processo non ha altre finalità che quelle ludiche ed estetiche. In sostanza: la vita è un gioco che va fatto con stile, mostrandosi nel migliore dei modi. Ebbene la quintessenza dell’egemonia dell’apparire si ritrova nella civiltà egizia dove, la rappresentazione stilizzata dei faraoni, i loro paramenti, il trucco delle donne, l’opulenza dei templi e soprattutto la maestosità delle piramidi servono adimpressionare, a mostrare tutta la loro potenza. Così alla festa in costume eravamo tutti degli autentici arabi: Luciano sembrava un sultano, lo smilzo Sabino competeva anche per magrezza con gli indigeni del suburbo. Gran portamento in Enzo. Perfino il saggio Mario, con il solo copricapo del luogo, appariva un arabo nei panni di un occidentale. I medici, in verità, non smentivano la loro professione sicché la mise araba conferiva ad Antonio e Nicola più che altro l’aspetto di chirurghi mummificatori. Le donne, poi, tutte bellissime: la dolce Daniela con il bel visino adornato di ciondoli d’oro, come l’insaziabile Antonella, autentica odalisca; gran dama d’oriente Rosalba; Luisa, ammaliatrice; Marilena splendente anche se non ancora adornata della famosa pietra oggetto della ricerca, mentre la cerulea Marisa, non mascherando del tutto le proprie origini nordiche, sembrava finita in un harem dopo una tratta delle bianche.Danze e balli. Enzo si sottopone alla difficile prova della “patata pendula di Foucoult “ dal cui pendolare potranno essere avvertite sensazioni del genere rabdomantico, capaci di segnalare la vicinanza della famosa pietra. In effetti è Nicola, il più sensitivo del gruppo, ad avvertire subito intense e violente vibrazioni corporee: è la vendetta di Tutancamon. I nostri amici non si arrendono, anzi colgono dall’ira del faraone l’approssimarsi della meta. Così fanno preparare dai due provetti scienziati chimici appositi efficaci filtri antidotici (Plasil iniettabile), con i quali la tremenda sindrome viene neutralizzata.Assuan Ad Assuan si lascia la comodissima nave e la sua ottima cucina, buona anche per la dieta antiallergica di Sabino.


La grande diga
Raccolta di un ricordino si sabbia di Assuan
Visita alla diga omonima, foto sulla sabbia del deserto, campione della stessa da collezionare.



La fabbrica di papiri .

Visita alla fabbrica dei papiri. Il commerciante ci mostra la tecnica costruttiva e poi nessuno sfugge all’acquisto. Fuga notturna., spinto dalle pressanti richieste di prestazioni amorose dell’insaziabile Antonella, decide di affrontare un’impossibile sortita notturna verso Abu Simbel, nel tentativo disperato di appropriarsi della famosa pietra, sulla base delle indicazioni raccolte negli studi londinesi. Li rincontreremo in aeroporto alla fine del viaggio, felici come sempre, ma senza pietra.

Il Cairo
Si vola verso Il Cairo. Albergo di gran classe: lo Sheraton; veduta stupenda della città dalla stanza dello Sheraton.

Museo del Cairo
Il museo del Cairo Visita al museo del Cairo, splendido. Nella tomba di Tutancamon anche una raccolta di boomerang, usati per la caccia agli uccelli. Hanno scoperto tutto, questi egiziani! Si mangia in un ristorante caratteristico sul Nilo. Al pomeriggio figuraccia di Mario, esperto dei luoghi: ci trascina per squallidissime strade della città. Il suo mito un po’ vacilla, ma noi gli vogliamo bene e lo perdoniamo.


Il Cairo di notte dallo Sheraton
Museo del Cairo


Le piramidi





Piramide di Saqqara
Le tre piramidi


All’indomani gita alla piramide di Saqqara e poi alla piana di Giza e visita alle grandi piramidi. Come al Colosseo si sono fregati i blocchi di granito per costruire, ma sono comunque imponenti. Le dimensioni dei blocchi di granito sono impressionanti, sarebbe un problema spostarli e incastonarli l’uno sull’altro con estrema precisione anche con la tecnologia moderna.
Piramide di Cheope, in primo piano, la Sfinge



La città però le ha già raggiunte e circondate. Se non fai attenzione scatterai foto di questi capolavori del genio costruttivo umano con qualche condominio sullo sfondo. Sembra di stare ad Agrigento. La sfinge è messa male, anche per colpa di restauri maldestri. Pranzo in un locale caratteristico.








La Sfinge



La Cittadella visita alla Cittadella del feroce Saladino ed alla stupenda moschea di Muhammad Alì con due minareti di 80 metri ed all’interno le meravigliose volte delle cupole. E poi cupole e minareti di tutte le forge in tutta la parte mussulmana della città. Foto a volontà.








Moschea di Muhammad Alì


La città dei vivi e dei morti Nella piana sottostante, la città dei vivi e dei morti, dove, sulle tombe dei defunti venivano costruite le abitazioni ad uno o due piani che ospitavano i famigliari per più giorni durante le ricorrenze. Ora sono abitate da 800 mila sfollati della guerra del Sinai che però lasciano le abitazioni durante le ricorrenze dei morti.


Shopping al bazar di Khan el-Khalili. Nicola e Rosalba impazziscono tra le gioiellerie, Marilena acquista la cangiante pietra bicolore a prezzo stracciato. Si cercano le differenze con gli esemplari comprati a prezzo pieno: nessuna differenza.







Bazar di Khan El Kalili






Pane cotto in strada









Bazar di Kahn El Kalili










Si torna a casaSi preparano i bagagli, è la fine del viaggio. Ultima ricerca della famosa pietra in una gioielleria. La pietra miracolosa non è stata trovata ma si sono incontrate dodici persone che hanno simpatizzato ed hanno trascorso una bella vacanza e per di più desiderano incontrarsi ancora. Si ritrovano infatti al ristorante anche gli amanti del sogno Luciano ed Antonella. Ritorno a Roma tutti insieme con trilling finale per il maltempo.L’appuntamento è fissato per il 3 giugno da Antonio. La ricerca continua … alla prossima meta.

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