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mercoledì 31 ottobre 2012

Viaggio nel Gotico francese ed in Normandia



Viaggio nel Gotico francese ed in Normandia
5-11 giugno 2012


Caen, Chiesa abbaziale di Saint Etienne "degli Uomini"


Il viaggio che abbiamo effettuato quest’anno, io e Marisa, era programmato da tempo fin quasi nei dettagli. Il rinvio di due anni è dovuto a due regali di nostra figlia: il primo a Berlino due anni orsono e l’anno scorso a New York (vedi relative note in questo stesso blog). Alla riprogrammazione di questo viaggio si è trattato, come primo problema, di infilare, in un unico viaggio, la maggior parte delle chiese gotiche intorno a Parigi, le chiese abbaziali romaniche di Caen ed infine Mont Saint Michel. Logicamente, trattandosi di un itinerario “fai da te”, occorreva l’auto ed una precisa organizzazione del viaggio, perché i ben cinque alberghi, dove abbiamo dormito, dovevano essere raggiunti in tempo secondo il programma. Il tutto: aereo da Napoli, auto per una settimana, alberghi, è stato prenotato via Internet tramite Expedia. E’ stata la prima volta che abbiamo fatto tutto da soli, dopo la prenotazione dell’albergo a NY, ma quello fu semplice, si trattava di individuare la zona della Città e la categoria dell’albergo. Ovviamente eravamo muniti di Tom Tom che, in alcune circostanze, ci ha traditi perché, per nostra parziale incompetenza, non riuscivamo a dialogare con lui, con conseguenze, in un caso, al limite del grottesco, come vedremo.

Cenni sull’architettura gotica.
Le note che seguono sono tratte in parte da: Louis Grodecki, Architettura Gotica, Electa ed. (1978).

Ha iniziato l’abate Sugerio di Saint Denis, nel 1136 quando, dopo il rovinoso incendio della cattedrale romanica preesistente, dovette provvedere alla sua ricostruzione. Lui pensava che Dio è luce e quindi inondò di luce l’abside della nuova cattedrale, con finestre altissime e coloratissime. Lui pensava che il credente dovesse essere sorpreso, stupefatto, entrando nel luogo del Signore e innalzò la navata fino ai limiti di tenuta delle costruzioni dell’epoca. Lui, o forse meglio, gli architetti dell’epoca, progettarono lo svuotamento dei muri, sostituiti con vetrate immense, scaricando le spinte della volta solo sui pilastri. Questi sono i principi ispiratori dello stile gotico. Da un punto di vista di tecnica costruttiva, prima di quella data non mancano realizzazioni arditissime e bellissime, ne incontreremo due esempi a Caen: la chiesa abbaziale di Saint-Etienne, cosiddetta degli uomini e la chiesa abbaziale della Trinità, cosiddetta delle donne, realizzate entrambe nel 1060 da Guglielmo il Conquistatore (quello che nel 1066 conquistò l’Inghilterra) e da sua moglie Matilde, ad espiazione del loro matrimonio tra consanguinei - ma pare fosse una scusa del Papa che temeva la fusione dei due territori confinanti di Normandia e Fiandre in un solo potente dominio, e scomunicò Guglielmo. Ma, ad entrambe le chiese mancano i requisiti di luce che ha Saint Denis e le altre chiese gotiche.


Il fascino del Gotico sta anche nell’accentuata simbologia religiosa e di esoterismo connessi, secondo la moda dell’epoca. E’ reperibile in rete un libro di Charpentier (vedi dopo) sui misteri della cattedrale di Chartres che si addice molto agli appassionati di queste discipline. Noi non l’abbiamo letto tutto ma, tra le tante curiosità, ve n’è una che intriga: alcune cattedrali sarebbero disposte, intorno a Parigi, secondo la proiezione della costellazione della Vergine. I miscredenti potrebbero obbiettare che, da quelle parti, ve ne sono tante di cattedrali gotiche che puoi divertirti a rappresentare anche altre costellazioni. Ma intanto, quella della Vergine c’è.

Distribuzione di cattedrali gotiche (da Charpentier, vedi nel testo)

I nomi degli architetti ed artigiani, artefici di queste realizzazioni, sono in gran parte noti, alcuni, i Parlier, furono una famiglia che lavorò in varie cattedrali. Erano tutti gelosissimi del loro mestiere, sia i progettisti che i tagliapietre e gli artigiani di altre categorie, al punto che si riunivano in corporazioni più o meno segrete. Secondo alcuni la Massoneria nasce in questo frangente ed utilizza ancora oggi termini e simboli, ad esempio il compasso e la squadra, che ricordano l’arte edificatoria.

Gli elementi strutturali caratteristici del Gotico sono:
Arco a sesto acuto, proveniente dal medio Oriente, di acutezza diversa a seconda dei luoghi; quello della zona dell’Isle de France, visitata da noi, è detto arco francese.
Volta a crociera, anch’essa di origine orientale. Le nervature di sostegno di queste volte partono da semicolonne facenti parte dei pilastri. Esse possono essere quadripartite e quindi scaricano su ogni pilastro o colonna lo stesso peso, oppure esapartite. In tal caso vi è un’alternanza di pesi di scarico che porta a pilastri alternati di forgia e dimensioni differenti.
Archi rampanti, all’esterno, anch’essi di origine orientale, servono a neutralizzare le spinte delle volte ed a scaricarle su contrafforti robusti, elevati oltre le navate laterali. In alcune chiese, come nella parte absidale della cattedrale di Beauvais, sono tantissimi e fittissimi. Elegantissimi sono gli archi rampanti di Chartres, ma anche quelli di Reims.

Il viaggio.
5 giugno 2012. Partenza da Napoli Capodichino con volo di linea. Arrivo a Parigi CDG verso le 15,30.
Prendiamo l’auto all’AVIS, una WV UP rosso brillante, nuovissima e molto gagliarda. Nella prenotazione con Expedia è scritto che non possono noleggiare le auto gli under 25 e gli over 65enni. Pertanto mi sono preoccupato, ancor prima della prenotazione del viaggio, di dipanare questo problema, facendomi mandare una e-mail che, in sostanza, dice: abbiamo scherzato. In effetti, è stato così ma noi siamo rimasti, fino alla consegna delle chiavi, con la preoccupazione che il viaggio fosse finito ancor prima di cominciare. Impostiamo il Tom Tom per Saint Denis e partiamo. Volevo mettere il punto di partenza come base, come feci in altra circostanza, in modo da ritrovarmelo al ritorno ma non l’ho fatto e questo ci è costato al ritorno.
L’albergo è della catena Marriot, buono ma un po’ fuori mano. Dopo esserci riposati, ceniamo al ristorante dell’hotel: non eccezionale, ma il vino rosso, in bicchiere, è buono. E sarà sempre così in tutti i ristoranti.



Laon Cattedrale, facciata


6 giugno. Andiamo a Laon, un paesino nella zona delle Ardenne, a circa 130 chilometri da Saint Denis, con un centro antico, ben conservato, su un’altura dov’è la cattedrale,. Il percorso è solo in parte autostradale ma anche il tragitto sulla Nazionale è scorrevole e con poco traffico. Arriviamo prima della chiusura pranzo e possiamo visitarla. Però noi volevamo salire sulle torri che rappresentavano uno dei maggiori punti di interesse del nostro viaggio, ma un’addetta ci dice che queste sono visitabili solo di venerdì e invece è solo giovedì. Peccato.


Laon Cattedrale, torri

Laon Cattedrale, navata centrale

Cattedrale di Laon (1160-1210). E’una splendida chiesa la cui influenza nella diffusione del Gotico fu enorme, fino a Chartres. La facciata ha tre portali strombati e due magnifiche torri di facciata, composte da quattro edicole angolari, collegate da archi, e formate da colonnine completamente svuotate di grande leggerezza e con figure animali sporgenti. Altre due torri simili sono ai lati del transetto. Inoltre una torre-lanterna sulla crociera rappresenta, all’interno, il fulcro della struttura. La pianta presenta un coro lunghissimo con deambulatorio ed un transetto con navate laterali. L’abside è piatta; anche i bracci del transetto sono piatti,  con enormi rosoni e con vetri policromi sopra tre altissime finestre anch’esse con vetri policromi. I rosoni, di origine italiana (vedi Troia (1107-1119), Tuscania (1097), San Zeno a Verona (X secolo), avranno enorme diffusione nel Gotico francese con realizzazioni di notevole raffinatezza e bellezza. Le volte delle  campate sono esapartite con realizzazione di un sistema alternato dei supporti rotondi. Due, in particolare,sono circondati da colonnine che si raccordano alle nervature della volta . Al di sopra, un luminoso matroneo a bifore ed un triforio cieco, ma profondo, stanno sotto le finestre.

Torniamo abbastanza presto perché ci aspetta la cattedrale di Saint Denis. Al momento di programmare il Tom Tom, questi ci chiede se vogliamo il percorso con pagamento (autostradale), sbagliamo a rispondere e ci manda, per un bel tratto, per strade piccole che attraversano fitti boschi. Il percorso è affascinante ma interminabile. Riusciamo a recuperare la Nazionale e poi l’autostrada ed arriviamo in tempo a Saint Denis, prima delle ore 18, quando le chiese chiudono. Questa cittadina, ormai un quartiere periferico di Parigi, dispone, in centro, come avremo modo di verificare in tutte le città che abbiamo visitato, di ben tre parcheggi interrati giganteschi,. Scegliamo quello della cattedrale e, uscendo all’aperto, ci troviamo proprio di fronte alla prima chiesa gotica di tutti i tempi.



Saint Denis, Cattedrale, facciata

Saint Denis Cattedrale, rosone transetto nord

Saint Denis Cattedrale, vetrata

Saint Denis Cattedrale, navata

Saint Denis (1130-1140 e 1140-1144). Presenta un nartece a tre piani, una torre di facciata (ne erano due). Tre portali scolpiti. All’interno le campate sono una per ogni pilastro. La navata centrale è a tre livelli con triforio al secondo livello. Questa soluzione sarà adottata anche a Chartres e diventerà la regola nell’architettura gotica francese. Le finestre del cleristorio scendono fino a comprendere il triforio, ma questa soluzione è successiva. Doppio deambulatorio con cappelle circolari e quadrate. Le ogive sono a sagoma francese, non più normanna. E’ il trionfo della luce. I due transetti, a fondo  piatto, presentano due rosoni enormi, a tutta parete, che sono fonti ulteriori di luce e colore. In  questa chiesa compaiono gli archi rampanti a sostegno della navata e del coro.
Vi sono sepolti 18 re di Francia oltre ad una vasta schiera di consorti e parenti.


Torniamo in albergo. Un riposino e poi ceniamo al ristorante dell’albergo stesso.

7 giugno. Tappone di 260 chilometri comprendenti la più alta cattedrale gotica (Beauvais) e la più nota dopo Chartres (Amiens), fino alla sosta successiva di Rouen. Il tempo è stato accettabile finora, ma ad Amiens, dopo la visita della cattedrale, ci coglie un acquazzone a vento, al punto che, nonostante ci proteggiamo sotto un provvidenziale porticato, dobbiamo ripararci dietro un pilastro.



Beauvais, cattedrale, navata


Beauvais Cattedrale, archi rampanti dell'abside

Cattedrale di Beauvais (1225). Fu voluta dal vescovo Milon di Nateuil. Fu eretto il coro e parte del transetto. La navata non fu mai edificata a causa degli enormi problemi statici riscontrati nella parte del coro di altezza di 48,5 metri sotto la chiave di volta. Il coro è a sette cappelle radiali. Dopo il crollo del tetto del coro (1284) si dovettero raddoppiare i pilastri del deambulatorio e, all’esterno, gli archi rampanti. La luce all’interno si è ridotta sensibilmente, ma la fitta selva di questi elementi strutturali è di grande effetto. Successivamente fu costruita la torre lanterna alta 150 metri. Anche questa crollò. Quel che rimane è pesantemente rinforzato con vistose travature in legno. E’ comunque una chiesa da vedere, se non altro perché rappresenta l’acme della sfida costruttiva dell’epoca.


Amiens Cattedrale, facciata


Amiens Cattedrale, navata

Cattedrale di Notre Dame di  Amiens(1220).   E’ la più grande chiesa gotica di Francia e, per le molte sculture su temi biblici, presenti all’interno ed all’esterno, è detta Bibbia di Pietra. Inoltre, con i suoi 42,5 metri di altezza della navata, è la  più alta, a parte l’incompleta Beauvais. E’ a tre navate, anche nel transetto. La navata centrale è a tre livelli con il triforio  tra le campate e le finestre del cleristorio. La facciata ha tre portali fortemente strombati e ricchi di sculture. Il rosone centrale è anch’esso gigantesco. E’ una chiesa fortunata perché è sopravvissuta pressoché indenne alla rivoluzione francese ed a due guerre mondiali combattute nei suoi paraggi.



Amiens, cas presso la cattedrale



Rouen, casa a graticcio di legno
Giungiamo a Rouen in prima serata ed alloggiamo all’Hotel Novotel, uno dei migliori di tutto il viaggio, con stanza molto grande, a tre letti. E’ ubicato lungo un viale che costeggia la Senna la cui riva, in quel tratto, contiene una serie capannoni originariamente a servizio nella nautica ed oggi adibiti a ristoranti e locali notturni. Per questo motivo l’albergo non è munito di ristorante: ci è bastato andare dall’altro lato della strada per cenare in un’affollata brasserie dove, dopo una certa ora, il pubblico si esibisce nel karaoke. Per due vecchietti come noi, una sorpresa piacevole. La macchina è parcheggiata nel parcheggio dei ristoranti ma, all’uscita, scopriamo che si paga solo con carte di credito e le nostre non sono accettate. Usciamo a mala pena sotto la transenna in parte divelta in precedenza da qualche sventurato come noi.  Da ora in poi scopriremo che in tutti i garages e, purtroppo, anche nelle autostrade, il pagamento va effettuato con carte di credito. Perciò, volendo fare un viaggio in macchina in Francia, conviene munirsi di una carta prepagata, accettata, per non rimanere intrappolati da qualche parte. Rouen è una splendida cittadina ricca di storia e monumenti del periodo gotico. E’, tra l’altro, la città di Giovanna d’Arco e Francois Holland.


Rouen Cattedrale, facciata


Rouen Cattedrale, facciata, parte bassa

Rouen Cattedrale, navata

Rouen Cattedrale, statua di Giovanna d'Arco

Cattedrale di Rouen(1145). E’ una splendida chiesa, tra le più grandi di Francia. Ad essa sono legate alcune particolarità: ha la guglia della torre lanterna alta 151 metri, rendendola la chiesa più alta di Francia; vi è sepolta Giovanna d’Arco, arsa viva nei pressi (30 maggio 1431); Claude Monet dipinse la sua facciata più volte, in diverse condizioni di luce. La facciata porta due torri diseguali, tre portali con lunette scolpite ed un rosone al centro. La navata centrale è a quattro livelli. Nel coro e nei due bracci del transetto manca il matroneo o tribuna. Il coro ha un deambulatorio e tre cappelle.  Il transetto, a tre navate, porta due cappelle, una per ogni braccio, sul lato est.


8 giugno. Nel pomeriggio siamo a Caen. Alloggiamo all’hotel Mercure in centro. E’ su un porticciolo turistico che conferisce all’area un aspetto quasi mediterraneo. La città è molto bella e ridente, anche se pare abbia subito pesanti danni durante l’ultima guerra. Visitiamo le due famose chiese abbaziali romaniche: della Trinità, detta delle donne e di Saint Etienne, degli uomini. Per gli appassionati di architettura queste chiese sono importanti perché rappresentano un ponte fra il Romanico ed il Gotico. Inoltre sono state prese a modello per molte chiese pugliesi dai figli cadetti, dei nobili normanni, i Masnaderii, diventati capitani di ventura, che si mettevano al servizio dei potenti, re e papi, pur di ottenere terre. Nel 1059 Leone IX, in un Concilio tenuto a Melfi, riconosce Riccardo conte di Aversa e Roberto di Altavilla, detto il Guiscardo, conte di Melfi, come vassalli della Chiesa. Questi estende la sua influenza in buona parte della Puglia. Per questo motivo l’architettura normanna si ritrova in buona parte del sud Italia e della Sicilia.


Caen Chiesa della SS Trinità "delle donne", facciata

Caen Chiesa della SS Trinità, navata


Chiesa abbaziale della Santissima Trinità a Caen (1062). Fa parte della cosiddetta Abbazia delle donne. La facciata ha due torri uguali non molto alte e tozze. L’interno è a tre navate. La navata centrale è a tre livelli, con triforio cieco tra le campate ed il cleristorio. Questo presenta un camminamento con colonnine,  ottenuto dallo svuotamento del muro, primo tentativo di alleggerimento delle strutture portanti che sarà attuato al massimo livello nel periodo gotico. La copertura con nervature è successiva a quella originaria che era  a capriate di legno. L’abside è semicircolare ed è contornata da quattro colonne, alternate a tre finestre, che si ripetono, più basse, al secondo livello, dando l’impressione di un deambulatorio. E’ una soluzione molto delicata e di grande effetto.


Caen Chiesa abbaziale "degli uomini", facciata


Caen Chiesa abbaziale "degli Uomini", navata

Caen Chiesa "degli Uomini", passaggio al cleristorio

Caen, porticciolo


Chiesa abbaziale di Santo Stefano a Caen (1065). Fa parte della cosiddetta Abbazia degli uomini. Splendido esterno con 7 torri, due sulla facciata, simmetriche e di grande severità formale, tra i primi esempi di facciata con  due torri simmetriche non appartenenti ad un westwerk (corpo occidentale), una torre ottagonale sulla crociera e quattro sul lato est. L’inquadratura di tutte le torri è dal lato est, sulla bella  piazza posta nella parte absidale.  Interno in pietra chiara da taglio. Navata ad archi a tutto sesto, retti da pilastri molto articolati ed alternati, per raccordarsi ai cordoli della volta esapartita. Galleria normanna(matroneo) a bifore in archi a tutto sesto. Presenta, all’altezza del cleristorio, lo stesso svuotamento del muro, che abbiamo visto nella chiesa abbaziale delle donne. Voltata in epoca gotica.

Ceniamo ad un ristorante nei pressi dell’albergo.


Mont Saint Michel, di giorno


Mont Saint Michel, stradine


Mont Saint Michel, di  notte


9 giugno. Andiamo a Mont San Michel, luogo simbolo della Normandia e, dopo la tour Eiffel, dell’intera Francia. Chi vi è stato alcuni anni fa ed ha parcheggiato lungo l’istmo, troverà una barriera prima delle due file di alberghi e ristoranti costruiti lungo l’ultimo tratto di strada in terra ferma. Prima ancora, enormi parcheggi impongono lo stop alle auto. L’istmo si percorre con un bus navetta. C’è bassa marea. Si sale per una stradina costeggiata di negozi che vendono souvenirs ai quali non si può sfuggire. Acquisto di cartoline (tornate di gran moda), penne e matite, tutto marchiato Mont Saint Michel. E’ molto suggestivo, unico. Non raggiungiamo la chiesa perché stanchissimi. Da un punto di vista architettonico, è una commistione di stili dall’epoca carolingia al ‘500. Il nostro albergo, Hotel de La Digue,  è il più vicino all’isolotto. Dopo cena scattiamo la foto notturna del monte.

10 giugno. Dirigiamo verso Chartres, passando per Le Mans. Il percorso è totalmente autostradale con traffico di media intensità.  Però, per buona parte del percorso, piove a dirotto. Giungiamo a Le Mans, città del circuito automobilistico e… di una splendida cattedrale romanico-gotica, ubicata nel centro antico, in posizione dominante rispetto al resto della città.


Le Mans Cattedrale, archi rampanti absidali


Le Mans Cattedrale, navata

Le Mans cattedrale, alzata

Le Mans Cattedrale, deambulatorio del coro

Cattedrale di San Giuliano a Le Mans (1060 e seguito). E’ una delle più grandi chiese di Francia. La sua peculiarità è che rappresenta una fusione tra  elementi romanici e gotici. Sostanzialmente la navata è in stile romanico. Infatti, anche se le arcate della campata hanno archi a sesto acuto, si intravede l’arco a tutto sesto originario, all’interno del quale è stato inscritto il nuovo arco. La navata è con sostegni alternati, un pilastro con nervature fino alla volta alternato ad una colonna. Il soffitto a vele è quadripartito. Anche questa soluzione potrebbe essere successiva, realizzata per portare dei costoloni fino alla volta a vela grande quanto due campate. Il triforio al secondo piano e le finestre al terzo, di dimensioni modeste, sono in stile romanico. Il transetto, il  coro e l’abside sono decisamente gotici. Un doppio deambulatorio raccorda 13 cappelle radiali. All’esterno, una selva impressionante di archi rampanti sorregge la parte absidale di questa splendida cattedrale.

Riprendiamo l’autostrada verso Chartres dov’è la cattedrale gotica per antonomasia. Importante per la sua perfezione stilistica e per l’abbondanza di simbolismi religiosi ed esoterici ad essa collegati.
Per gli appassionati di curiosità, leggende e letture esoteriche riferite a questa splendida cattedrale rimando al testo:

Louis Carpentier, I Misteri della Cattedrale di Chartres, Traduzione di Adriana Raspino, Arcana ed. 1972 . E’ scaricabile in formato pdf sul sito:

Andiamo direttamente in centro per visitare la chiesa prima che chiuda. Le foto non sono un granché per via del cielo nuvoloso.



Chartres Cattedrale, modello del labirinto



Cartres Cattedrale, facciata


Chartres Cattedrale, navata

Chartres Cattedrale, labirinto

Chartres Cattedrale, vetrata

Cattedrale di Notre Dame di Chartres (1194). L’edificio attuale è stato costruito su sette strati di costruzioni precedenti, alcuni dei quali sono diventati cripte dell’attuale chiesa. La peculiarità principale di questa chiesa è l’orientamento nord est-sud ovest a 45°. Un’anomalia rispetto a tutte le chiese sia romaniche che gotiche,non solo di Francia, le quali sono sempre rigorosamente orientate da ovest ad est, a simboleggiare il percorso dal buio del peccato, alla luce della fede. Intorno a questa anomalia sono fiorite molte leggende, riportate nel libro consigliato. Non è da escludere  l’aspetto pratico: la costruzione delle fondamenta ex novo costituiva uno spreco enorme di danaro ed energie. Non a caso, in tutte le civiltà si è sempre costruito sulle fondamenta di edifici precedenti: la città di Troia di Omero occupa il sesto dei nove strati di insediamenti nello stesso luogo. Pertanto la scelta dell’orientamento è dovuta più ai Druidi o comunque a motivazioni dei primi costruttori che a motivi legati al periodo gotico.
La facciata presenta tre portali molto strombati, ricchi di statue di notevole fattura. Al centro un bel rosone. Due torri campanarie di epoche e stili differenti caratterizzano la chiesa in modo univoco. Gli archi rampanti, che collegano la navata ai contrafforti, sono a colonnine molto eleganti. All’interno, la navata centrale è formata da pilastri tutti uguali,  con costoloni che si raccordano alle nervature della volta a crociera, quadripartita. Le vetrate sono tutte  originali del XIII secolo ed il blu è caratteristico delle fabbriche del posto.  Le finestre binate del cleristorio scendono fino a comprendere il triforio che è pertanto luminoso. Al centro del pavimento vi è il famoso labirinto che i fedeli percorrevano dalla periferia fino al centro, dov’è raffigurata una rosa.


Ci rechiamo all’albergo Kyriad, in periferia, in una zona di sviluppo. Fa freddo e, prima di cena, chiediamo delle coperte. Ceniamo ad un ristorante nei pressi. Al rientro troviamo una stufetta accesa nella stanza, molto carini.
Il viaggio è finito. L’indomani ci dirigiamo a Parigi ma, arrivati sul raccordo anulare della città (noi siamo a sud e l’aeroporto CDG è a nord), non riusciamo a programmare l’itinerario sul Tom Tom e, per giunta, usciamo troppo presto dal raccordo anulare al punto di ritrovarci nella zona del Sacro Cuore. A questo punto chiediamo ad un tassista di precederci fino al punto di riconsegna dell’auto, all’aeroporto, pagandolo in precedenza. Rilascio dell’auto, check-in al distributore automatico ed imbarco, in perfetto orario.

giovedì 8 marzo 2012

Il Duomo di Amalfi

Il Duomo di Amalfi


Facciata


Un salto ad Amalfi è sempre un’escursione piacevole per noi campani, anche se
bisogna mettersi l’anima in pace nell’affrontare l’ultimo tratto da Maiori. Il guaio,
oltre agli incroci con autobus e mezzi pesanti, che puoi fare solo in alcuni tratti
leggermente più larghi della tortuosissima strada, è che non puoi fermarti un attimo
per riprendere le innumerevoli inquadrature che ti si offrono alla vista. D’altro
canto, l’alternativa Gragnano, Agerola, Ravello non è più comoda e quando siamo
andati noi era interrotta.

Torre campanaria


Nonostante il tempo fosse incerto e fossimo ancora all’inizio della primavera, il piazzale del parcheggio
autobus, sul porto, era pieno. Turisti di nazionalità non ben definibile,
genericamente dell’Europa orientale, affollavano la cittadina.
Abbiamo parcheggiato abbastanza lontano, per me, e siamo
corsi a visitare subito l’interno del Duomo perché, come al solito, era quasi
mezzogiorno e, per quanto riguarda le chiese, c’è sempre il rischio di trovar chiuso.
Ma qui, trattandosi di un l uogo turistico, non c’era questo rischio.
Il percorso è obbligato: si entra nel “Chiostro del paradiso”, si passa nella prima chiesa,
quella del “Crocifisso” e dopo nel Duomo vero e proprio, passando per la cripta.
Le vicende storiche ed architettoniche del complesso sono riportate diffusamente
sulla Rete (vedi, ad esempio, la voce su Wikipedia). Il fatto, per chi cerca le strutture
architettoniche originali, è, spesso, decifrare l’originale dalle stratificazioni e dagli
interventi successivi. E, al Duomo di Amalfi, interventi ce ne sono stati.
La facciata è stata rifatta nel XIX secolo da Enrico Alvino e poi rifatta di nuovo,
nello stile pressoché originale, a seguito un crollo. Insomma, facciata neogotica e
 corridoio trasversale antistante con influssi moreschi.


Chiostro del paradiso



Il chiostro del paradiso è molto bello ed originale: colonne binate fittissime molto
semplici, senza basi, con capitelli essenziali a forma di semicerchio che reggono archi
molto allungati con i costoloni piatti che si incrociano, individuando figure
geometriche in stile decisamente moresco.
Delle due chiese visitate in successione a me è piaciuta quella del Crocifisso, credo
sconsacrata.

Affresco


E’ a tre navate. La navata centrale ha colonne che reggono archi leggermente allungati.
Al di sopra, un matroneo a bifore e, più in alto, il cleristorio. Sul lato nord il matroneo
è aperto e le bifore sono, in effetti, delle finestre. Non c’è transetto.
Marmi intarsiati simili a quelli della Cappella palatina di Palermo, di fattura un po’
più primitiva, sono qua e là.


Marmo intarsiato



Chiesa del Crocifisso



La chiesa principale, il duomo vero e proprio, ha aspetto barocco, per la profusione di stucchi e marmi con tarsie.


Duomo, interno

Le arcate a tutto sesto sono rette da pilastri che nascondono le
colonne originali che si intravedono qua e là. Il soffitto è a cassettoni, bello ma
anch’esso non originale. Le navate laterali hanno soffitti a vela. La chiesa è molto
buia perché la navata centrale è illuminata soltanto da piccole finestre di forma
ovale presenti solo sul lato sud.



Il mare di Amalfi





Qualche foto del panorama, piatta e senza contrasti, per via della copertura del sole,
e via.

mercoledì 7 marzo 2012

Viaggio a Berlino nella ricorrenza dei 45 anni di matrimonio

VIAGGIO A BERLINO
in occasione dei 45 anni di matrimonio




Berlino, Rechstadt


 
Questo Natale nostra figlia Paola ci ha regalato, comprato da Expedia, un volo con soggiorno a Berlino di cinque giorni, che poi sono diventati sei perché non c’era più il volo di ritorno. Un regalo fatto con molto anticipo e graditissimo perché mia moglie Marisa aveva espresso il desiderio di visitare il futuro in architettura, dopo tanto passato che io le ho offerto negli anni precedenti.
Berlino è una città problematica per il visitatore. Non è antica, né avveniristica come Dubai. E’ vecchia nella parte Est dove la ricostruzione è iniziata prima, è un cantiere nella parte Ovest. Ma non è una regola assoluta. Gli architetti dei cantieri di cui parlavamo non prediligono la verticalità perciò, nonostante prevalga l’utilizzo di acciaio e cristallo, le nuove costruzioni sono in genere a dimensione umana. Certo, lo skyline è interrotto qua e là da qualche edificio svettante come il palazzone della Opel verso Alexander Platz o quello della Mercedes, molto simile, o alcune arditezze svettanti nell’area di Potsdamer Platz, anche di Renzo Piano che qui ha lavorato moltissimo, come vedremo. Ma in genere siamo alle altezze di massimo 20 piani. Ma molti edifici sono anche più bassi. Eppure qui lavorano alacremente i migliori architetti di livello internazionale.
Di conseguenza, anche documentare con foto quest’architettura è problematico, se non riesci a dominare il gioco delle riflessioni, il gioco di specchi, che queste superfici ti presentano. E poi bisognerebbe visitare gli stessi luoghi anche di notte, cosa che non faremo per pigrizia, per coglierne i giochi di luce e colori delle illuminazioni artificiali che, da quanto letto qua e là, sono straordinari.
Per quanto detto, è meglio non cercare l’antico a Berlino, ma il futuro, il futuro dell’edilizia architettonica.
Paola ci ha prenotato una stanza all’Hotel Radisson Blu, nella ex Berlino Est, con vista sulla Liebknecht Strasse, che è la prosecuzione di Unter den Linden (sotto i tigli), il bellissimo viale, largo 60 metri, che, da est, conduce alla porta di Brandeburgo. La precisazione è necessaria perché le stanze che danno sulla Sprea ed il Duomo, lateralmente,  sono più care, mentre quelle che affacciano nel cortile interno, dove c’è però una sorpresa, sono più economiche. Però le stanze sono tutte uguali, molto razionali e ben insonorizzate. Non mancano le suites ai quattro angoli, ma non vi abbiamo sbirciato. L’albergo è un enorme quadrato con oltre centoventi stanze per piano e di piani ce ne sono sei. Il cortile interno, coperto di vetro, come tutti gli edifici moderni che visiteremo, ospita la reception, ed un bar.



Radisson Hotel, acquario

Ma, al di sopra del bar, ad un’altezza di circa cinque metri, campeggia una gigantesca vasca di pesci tropicali formata da due cilindri coassiali largo circa sei metri,quello esterno, ed alti una dozzina. E’ l’Aquadome, una meraviglia che anche i berlinesi vengono a fotografare e che viene visitata dall’interno con un ascensore che scorre al centro dei due cilindri già detti. Fantastico!
I taxi non sono cari, 7-8 Euro in città, 20 circa da e per l’aeroporto.

Il Viaggio.

Mercoledì 9 giugno, ore 17,50 da Napoli Capodichino con volo Airberlin diretto per Berlino, con arrivo verso le 20.
Trasferimento in taxi al Radisson Blu Hotel e cena al ristorante dell’albergo. La stanza ha una bella vista. Oltre la strada, di fronte a noi,  Karl Liebknecht Strasse, un prato con tigli, e, dietro, il Municipio in mattoncini rossi. A destra corre la Sprea, il fiume di Berlino, e poi si vede l’isola dei musei di cui parleremo. Oltre si intravvede il viale “Unter den Linden”, della quale la strada del nostro albergo è la prosecuzione.


Fernsehturm


 A sinistra oltre il Municipio la chiesa di Marienkirche e in fondo Alexander Platz con la gigantesca torre per telecomunicazioni Fernsehturm alta 365 metri, immancabile e anche troppo invadente, nello skyline di Berlino.

Giovedì 10 giugno.
In taxi a Potsdamer Platz.



Sede della Filarmonica di Berlino

Visitiamo, dall’esterno, l’edificio della Filarmonica di Berlino, una visita d’obbligo per degli appassionati di musica classica come noi. Purtroppo è chiuso e non possiamo visitare l’interno, così particolare con le sue sezioni per il pubblico tutt’intorno all’orchestra e con la sua acustica perfetta progettata da Sharoun.



Sony Center, atrio centrale




Sony Center, copertura  atrio
Visitiamo il vicino Sony Center progettato da Helmut Jahn, con sette edifici che individuano uno spazio di incontri, con fontana al centro, per metà sospesa. E’ coperto in acciaio e vetro, come vedremo in tutti i centri nuovi costruiti nella città e porta in prossimità della copertura, dei teli che attenuano i raggi solari, non la luce. L’esigenza, come per tutti gli altri spazi coperti che incontreremo, è quella di offrire vivibilità in ogni stagione, specie con il clima di Berlino.



Potsdamer Platz, resti del muro
Nei pressi del Sony Center c’è un pezzo del muro che ha diviso in due la città e il mondo, per tanti anni, oltre quelli del solo filo spinato.



Potsdamer Platz, edificio di Renzo Piano

Nei pressi c’è l’edificio a prua di nave di Renzo Piano a fianco della torre degli uffici Daimler Crysler di Kollhoff.



Centro Arkaden di Renzo Piano

Non lontano visitiamo lo shopping Center Arkaden realizzato da Renzo Piano con gli splendidi edifici che lo delimitano. Il centro è costituito da una lunga passeggiata su tre livelli, coperta in vetro. Il tutto ospita un centro commerciale con negozi e punti di ristoro. Qui, a Potsdamer Platz, Piano ha lavorato moltissimo non solo sulla organizzazione degli spazi, ma anche nella costruzione degli edifici.



Alexander Platz


Nel pomeriggio ci rechiamo a piedi, data la non eccessiva lontananza, nella direzione opposta della città, verso Alexander Platz. Lungo la strada fotografo l’insegna un negozio che la dice lunga sulla stazza di molti berlinesi, in particolare le donne.


Taglie forti


Infatti io e Marisa, quando incontravamo uno di questi supergrassi, scommettevamo su quante X fossero la loro taglia. Alexander Platz è una vecchia piazza-mercato che forse in passato ha avuto una propria identità, oggi è un luogo degradato, con gente di tutte le nazionalità e senza un ruolo. A fianco si erge la torre per telecomunicazioni Fernsehturm alta 365 metri, eretta dai tedeschi della Germania Est e che, secondo noi, a prescindere dalla sua bellezza, è un pugno negli occhi nello scenario del luogo. Saliamo sulla parte bassa della sfera e la giriamo tutta, ammirando la veduta prevalentemente di Berlino Est, con i suoi palazzoni di case popolari, mentre la parte nuova della Berlino Ovest, ricostruita dai grandi architetti moderni, era più distante. Non saliamo sulla parte alta della sfera che porta un bar-ristorante girevole, con rotazione completa in circa mezz’ora, perché c’è da aspettare molto.
Cena al ristorante dell’albergo. Al bar dell’albergo, quello sotto l’acquario, prendo un paio di caffè espressi passabili al giorno, a tre euro l’uno. Mi sono azzardato a prendere una bottiglia d’acqua per la notte. Me ne hanno consegnata una da tre quarti al prezzo di  8 euro e mezzo. Credo che sia la cosa più cara, in senso relativo, pagata a Berlino. All’indomani andremo ad un supermercato nei pressi e compreremo bottiglie da un litro e mezzo ad 80 centesimi. Come dappertutto!

Venerdì 11 giugno.


Porta di Brandeburgo



Quadriga

Visita alla porta di Brandeburgo, dopo aver percorso in taxi tutta la “Unter den Liden”, doppia strada larga 60 metri, con doppio filare di tigli e spazio al centro tipo Rambla di Barcellona, ma non animata come questa. I tigli sono stati piantati nel dopoguerra perché il quadruplice filare degli stessi alberi, piantato nel ‘700, quindi plurisecolare, fu tolto da Hitler per consentire le sfilate delle armate della sua propaganda. L’edilizia, di epoca Germania Est, è di buon livello, di uniforme altezza e con i negozi delle più grandi firme, da Bugatti a Ferrari, grandi stilisti e simili. E’ il top da un punto di vista commerciale della città.


Unter del Linden

La porta di Brandeburgo è un simbolo malinconico sia del periodo nazista che della divisione della città, non più. In prosecuzione della Unter den Linden, oltre la porta, si estende il parco verde del Tiergarten, un bosco cittadino che si estende fin quasi al quartiere di Charlottenburg di cui vedremo qualcosa.
Ci spostiamo a destra di un centinaio di metri dalla porta di Brandeburgo, verso il Bunderstag, chiamato ancora, con nome antico: Reichstadt. E’ la sede delle attività del Parlamento della Germania dopo lo spostamento da Bonn.



Reichstradt, cupola di  Norman Foster



Cupola del Reichstadt, giochi di specchi


L’edificio ha la forma quadrata con quattro torri angolari, sulle quali sventola la bandiera tedesca. La costruzione, rifatta, è in stile neo rinascimentale con colonne ioniche ed ospita le attività del Parlamento tedesco, peraltro distribuite anche in una pletora di edifici di architetti moderni, nei pressi. Il terrazzo di copertura, accessibile dal lato ovest, tramite ascensori, porta una grande cupola in acciaio e vetro realizzata da Norman Foster e rappresenta per noi, e non solo per noi, l’icona di Berlino. Essa, nata per dar luce alla sottostante sala del Parlamento, è uno dei principali punti di attrazione per i visitatori della Città, con la doppia cupola, nella cui intercapedine salgono i visitatori lungo un camminamento che conduce fino all’oculo del culmine, godendosi il panorama della Città a 360 gradi. Al centro, un cono rovesciato di acciaio e vetro irradia la luce in basso sul soffitto, pure in vetro, dell’aula del Parlamento. E’ un sistema costruttivo che, con varianti, abbiamo già incontrato e incontreremo ancora. Francamente non so chi l’abbia adottato per prima, ma evidentemente ha funzionato ed è stato adottato da molti.
E’ una giornata insolitamente calda per i berlinesi che si sono riversati in massa sui prati per prendere il sole a torso nudo, mentre le ragazze si sono prontamente spogliate, indossando mises minime e calzando le infradito che, come calzature, trovo particolarmente sexy.
Prima di cena ci godiamo il transito, sulla vicina Sprea, dei battelli panoramici gremiti di berlinesi festanti. Fanno il giro dell’isola dei musei.
Ceniamo ad una steak-house nei pressi.

Sabato 12 giugno
Ricorrenza dei 45 anni di matrimonio.
Visitiamo il complesso di tre edifici con corte centrale ma comunicanti tra loro, facenti capo alle Gallerie Lafayette.


Magazzini Lafayette



Magazzini Lafayette, interno



Edificio del complesso Lafayette, parallelepipedo di rottami d'auto




Edificio del complesso Lafayette, punto di ristoro


Sono a metà della Unter den Linden, sulla sinistra e sono denominati complesso 205, 206 e 207, dei quali l’ultimo è l’edificio delle Gallerie Lafayette. Si tratta di tre edifici quadrati con corte centrale, uguali per dimensione, ma diversi per forma sia esterna che interna. I tre edifici sono collegati tra loro nel piano interrato e formano un unico grande complesso commerciale dove puoi trovare di tutto, dalle grandi firme di Dior e Armani, a prodotti più abbordabili, molto carini. Logicamente le corti sono coperte con soluzioni di acciaio e vetro, in modo che tu entri e resti al coperto finché non hai percorso tutti gli stand dei tre edifici. Anche la copertura dell’edificio Lafayette presenta un cono di vetro centrale, con la punta in basso, per distribuire la luce ai piani inferiori. Il cono  di vetro crea effetti luministici e di riflessioni molto interessanti. Ogni complesso ha una propria identità strutturale. Il piano interrato è occupato prevalentemente da punti di ristoro, i più frequentati, di cui i berlinesi pare non possano fare a meno in ogni ora del giorno.
Esternamente sono diversi tra loro: L’edificio Lafayette è in vetro con un angolo, quello che affaccia verso Unter den Linden, arrotondato. Gli altri due edifici sono in pietra e in stile retrò ma diversi tra loro.
Il caldo di ieri è solo un ricordo e, specie nel pomeriggio bisognerà indossare pullover di lana e giacconi.
Nel pomeriggio ci rechiamo nella vicinissima isola dei musei che è un’isola nata con la parziale deviazione della Sprea, nel ‘700, forse per deviarne una parte del corso nei periodi di piena ed evitate l’allagamento del Duomo che si trova, come detto, a fianco dell’albergo, sulla sponda opposta del fiume. Su quest’isola il regime della ex Berlino Est ha concentrato la maggior parte dei siti museali, tutti nello stesso stile neo greco-romano, con colonnati, timpani, statue ed altri elementi architettonici tipici di un tempio greco.



Altes Museum


E’ una non scelta architettonica attuata dal regime precedente che però si adatta bene ai tesori in essi custoditi, vale a dire tutti i reperti delle campagne di scavi effettuate sin dal ‘700 dagli archeologi tedeschi, i veri inventori dell’archeologia. Cerchiamo di visitare il Pergamon Museum, tra i più importanti, ma è momentaneamente chiuso e, ironia della sorte, non visiteremo neanche nei giorni successivi e solo a tempo scaduto sapremo che è stato riaperto. Francamente l’organizzazione in questa circostanza ha fatto un po’ di confusione e ci siamo cascati in molti, specie chi non conosceva la lingua.
Cena al ristorante dell’albergo.



Duomo


Domenica 13 giugno
Mattina. Visita dell’Altes Museum, quello a fianco del Duomo, sulla piazza, che conserva i reperti della Mesopotamia e greci più antichi. C’è anche la statua della testa di Pericle, che ancora oggi, incute una forte emozione.
Pomeriggio. Andiamo in taxi a visitare un altro luogo simbolo della seconda guerra mondiale e che è stato lasciato a ricordo e testimonianza della tragedia provocata dal nazismo, si tratta di quello che chiamano cipria e rossetto. E’ una chiesa bombardata, il cui campanile è mezzo diroccato.



La cipria e il rossetto



E’ la Kaiser Wilhelm Gedrachtnis kirche. Hanno ricostruito la chiesa nello stesso luogo, con altro campanile, in stile completamente differente, per far spiccare meglio il rudere. E’ dalle parti dello zoo. Tutt’intorno un fervore di lavori e il quartiere, oggi socialmente non dei migliori, si trasformerà radicalmente come penso sia già accaduto in altri quartieri.

Lunedì 14 giugno
La partenza è alle sei di sera, perciò c’è il tempo per un’altra visita, questa volta al Neues Museum che custodisce importanti reperti egizi tra cui la statua della testa di Nefertiti, famosissima per la sua fiera naturalezza. Non si può fotografare. Sono custoditi anche molti papiri egizi.
Lasciato l’albergo con il suo splendido acquario tropicale trascorriamo le ore che ci separano dalla partenza bighellonando tra il duomo e i giardini con tigli nei paraggi.



Vendita di ricordi


All’angolo del ponte che collega la terraferma con l’isola dei musei un venditore di pezzi di divise, in particolare cappelli dei vopos della vecchia Germania Est dimostra che ci sono ancora, dopo vent’anni, dei nostalgici di quell’epoca tremenda. Sono imitazione degli originali, ma tanto basta a dimostrare che chi viveva bene a quell’epoca la rimpiange, infatti, anche sulla base  dei risultati delle elezioni recenti, i nostalgici del vecchio regime sembrano molti.
Il taxi ci accompagna all’aeroporto nazionale di Berlino, per il volo Airberlin verso Monaco di Baviera dove, al volo, è il caso di dire, prendiamo la coincidenza per Napoli. Arrivo puntuale prima delle 20, bagagli ritrovati.