Visualizzazioni totali

venerdì 3 febbraio 2012

Ritorno a Casamari

Ritorno a Casamari


Ciociaria, pruno in fiore



I pruni selvatici erano già in fiore, in Ciociaria, anche se tutto il resto della natura ancora sonnecchiava nella quiete invernale non ancora passata. Del resto eravamo solo al 2 di marzo e l’inverno, con i suoi alti e bassi, non mostrava ancora intenzione di lasciarci. L’incertezza del tempo ha messo in forse l’escursione fino alla mattina del viaggio. Poi, la decisione di andare. Per noi è stato un evento epocale: tornare dopo 43 anni nei luoghi e nella chiesa del nostro matrimonio, all’abbazia di Casamari.


Abbazia  di Casamari



Era un viaggio nella memoria, programmato da anni e, se non fosse stato per questa mia recente, incontenibile passione per il Romanico, sarebbe rimasto nelle intenzioni ancora per chissà quanto. In verità la chiesa dell’Abbazia di Casamari è più gotica che romanica. E’ dell’XI secolo ma oggi si presenta in quello stile di transizione, senza orpelli, secondo la rigidissima Regola dell’Ordine cistercense, improntata all’austerità ed alla semplicità, nella quale, accanto alla struttura della navata larga e relativamente bassa, con muri perimetrali rinforzati da semplici contrafforti, si inseriscono gli elementi tipici dello stile gotico, come gli archi ogivali, le volte a vela costolonate, le finestre allungate ed a sesto acuto, anche se troppo piccole per un vero Gotico che, invece, riduce le pareti al minimo sfondandole e sostituendole con vetrate enormi e lasciando il compito del sostegno della struttura a nervature ardite e a pilastri a fasci. Ma, ripeto, fosse stato per la sola esigenza di visitare una chiesa romanica, questa visita sarebbe stata procrastinata a vantaggio di altre chiese, anche più vicine, ma sicuramente più decisamente romaniche, che comunque intendiamo visitare in seguito.
Partenza, al solito, con comodo, verso le nove. Autostrada piena zeppa di gente che va in gita fuori porta, molto fuori porta. Uscita a Ceprano e poi per strade interne. E’ l’occasione per scoprire la natura della Ciociaria, molto collinosa, con piccoli centri arroccati in cima, con tanto di castelli medioevali. E i primi alberi fioriti, pochini verità, mentre è in corso la potatura dell’ulivo che qui abbonda, segno che si avvicina la domenica delle palme. Tra i pochi alberi fioriti, le mimose ovviamente, che aspettano di essere offerte al gentil sesso nella ormai prossima Festa della donna.
Alla chiesa si accede da un ampio sagrato in leggero pendio. Un’ampia scalinata porta all’atrio tipo nartece che precede il portale vero e proprio, molto strombato con motivi di colonne. Ci sono foto ricordo del nostro matrimonio, con tutti i partecipanti, scattate lungo questa scalinata, ma è meglio non rivederle perché è più facile contarne i sopravvissuti, mentre i bambini di allora adesso hanno figli grandi: c’est la vie!.


Aggiungi didascalia
Le prime notizie della costruzione di una chiesa dedicata a San Giovanni e San Paolo risalgono al 1005. Poi, nei secoli successivi vi si alternarono monaci benedettini e cistercensi e lo stesso monastero ebbe alterne fortune anche architettoniche. Così all’impianto romanico furono apportate significative variazioni tipicamente dello stile Gotico. La chiesa è a tre navate tutte con volte a vela, a sesto acuto, elegantemente costolonate, una campata allungata trasversalmente per ogni pilastro. Le vetrate sono in alabastro che diffonde all’interno una calda luce giallo ocra.  
E pensare che tutta la nostra vita è cominciata in questo luogo austero. In verità, iniziò il 16 aprile del ’62, con l’assunzione nell’Azienda dove ho incontrato Quella che sarebbe stata al mio fianco nell’Abbazia cistercense di Casamari.  All’epoca, alla cerimonia seguì il pranzo, in un ristorante a Isola Liri, a base di trote pescate al momento nel fiume, sul quale era adagiato, con tanto di ruota che, in epoche passate, faceva funzionare un mulino.

Vetrata in alabastro


Foto ricordo presso il pozzo, scattata da una ragazza che si è prestata, acquisto del classico digestivo alle erbe dei monaci, e già di ritorno per la stessa campagna bellissima e sonnolenta della Ciociaria.


Chiostro







Nessun commento:

Posta un commento