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venerdì 3 febbraio 2012

La Cattedrale di San Matteo a Salerno (1080-1085)

Gita alla Cattedrale di Salerno
Il lungomare
lunedì 3 novembre 2008, 23.52.46 | occhidoro

La Cattedrale di San Matteo a Salerno (1080-1085)
Era finalmente una bella giornata, in questa primavera fredda e piovosa. La giornata
era insolitamente calda, in particolare a Salerno, dove ci siamo recati per il nostro tour per chiese romaniche. La gente si era riversata tutta sul lungomare, anche i vu’ cumprà, ed è stata un’impresa trovare da parcheggiare. Il lungomare di Salerno è pedonalizzato, con aiuole. Le auto scorrono più in dentro e non disturbano i pedoni. Lo sguardo spazia verso la costiera amalfitana e verso un’orribile scogliera frangiflutti, realizzata a pochi metri dalla costa, fatta di blocchi cubici di cemento. Capisco che qui bisogna proteggersi dai venti sciroccali, ai quali si è completamente esposti, ma, insomma, si poteva realizzare qualcosa di più carino. Per esempio a Napoli la scogliera di protezione è in prosecuzione della terraferma e lascia libera la vista-mare. Al solito, il tratto tra l’area di parcheggio e la Cattedrale ce lo siamo fatti di corsa perché temevamo di trovar chiuso, ma era domenica e le funzioni religiose continuavano anche oltre le dodici. La Cattedrale si trova nel Centro antico della città, a mezza-costa. Questo è ben conservato, con edifici storici molto belli ed in buono stato. Anche l’ambiente ci è sembrato buono, a differenza del centro di Napoli, degradato e in parte controllato dalla camorra.
La storia e l’architettura della Cattedrale, di cui accennerò , è molto ben riportata nell’apposito sito di Wikipedia, perciò la salterò.
Una bella scalinata recente, non grande quanto quella di Amalfi, precede l’ingresso ad un quadriportico, in fondo al quale si innalza la Cattedrale.



Cattedrale di Salerno, quadriportico
E’ l’unica chiesa medioevale, insieme a Sant’Ambrogio, ad avere un quadri-portico prima dell’ingresso. In entrambe le chiese, in particolare in Sant’Ambrogio, l’effetto è quello di invito ai fedeli ad entrare. E’ la stessa idea che sei secoli dopo ha ispirato Bernini a realizzare il famoso colonnato a piazza San Pietro.


Quadriportico, particolare

A destra, poco distante dalla facciata, c’è la torre campanaria.



Torre campanaria

Il quadriportico è la parte meglio conservata, in originale, di tutto il complesso. Una serie di colonne, provenienti da un foro romano con capitelli corinzi, regge archi a tutto sesto. Gli archi sono in pietra ocra rossiccia contornati da un filo di pietra lavica, e sono molto eleganti. Il piano superiore ripete parzialmente, con dimensioni ridotte, gli stessi motivi e gli stessi colori. Le volte del portico sono a vela.. Il campanile in stile arabo normanno, a tre piani a base quadrata, porta bifore su tutti i lati. L’ultimo piano, più piccolo è circolare e con stupendi archetti incrociati in pietra, di tipico stile moresco. La facciata della chiesa è semplice, con tetti a spiovente .


Navata centrale


L’interno appare abbondantemente rimaneggiato, non solo per la presenza di stucchi barocchi, ma perché anche l’ampiezza degli archi, retti da pilastri, sembra modificata, come appare in alcune parti dove sono state lasciate tracce della primitiva serie di archi, molto più bassi degli attual e retti da colonne.



Struttura antica della navata, affiorante


Bello il soffitto della navata centrale, a botte con spaziose finestre che lo incidono profondamente.


Navata laterale


Belli anche i soffitti delle navate laterali, a cupolette. Il transetto ha soffitto in legno ed è più basso della navata. L’abside è semicircolare.
Gli amboni in marmo riportano disegni a tarsie che ricordano la Cappella Palatina di Palermo.



Ambone



La chiesa è dedicata a Santa Maria degli Angeli ed all’Apostolo Matteo, di cui conserva le spoglie. Custodisce anche le spoglie del papa Gregorio VII che qui morì in esilio. Di ritorno attraversiamo il centro antico che, come già detto, è molto ben conservato. Poi si va sul lungomare, molto affollato e festoso, a causa della bella e calda giornata, e poi via.

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